Il nascondino

 

Dei bambini quando giocavano a nascondino per capire chi doveva contare, si mettevano in cerchio e se facevano contare una femmina, si metteva in un angolo tutta offesa e invece se toccava a un maschio, si coprivano gli occhi e cominciava tranquillamente a contare. C’erano diversi giocatori come quello egoista che trovava un nascondiglio e se lo teneva tutto per sé invece che condividerlo con almeno altri due, c’era il giocatore immaginoso che si nascondeva negli armadi senza fiatare e ridendo sottovoce, c’era il giocatore incerto che guardava dappertutto senza trovare un nascondiglio decente per lui, c’era il giocatore audace che si metteva semplicemente dietro una porta o dietro una poltrona molto vicino a quello che non doveva guardare e poi c’era il giocatore sciocco che si nascondeva semplicemente sotto il letto.

Quando quella che non doveva guardare era avvisato da un griduccio che diceva di venire lui si girava e cominciava a cercare e tutti si andavano a liberare mentre quello che era sotto il letto rimaneva lì, anche se sarebbe potuto scappare quando voleva ed era sempre preso lui. Il bello era però quando stava sotto uno intelligente come Michele che appena era avvisato andava subito dove si erano nascosti tutti: dietro le porte, nel pollaio, sotto al letto… l’unica che non era stata presa era la più piccola Adelina che si era nascosta dietro la cameriera e lei non si muoveva per non farsi vedere. Una volta si erano nascosti tutti dentro ad un’arca che era un mobile da cucina che si trovava nel pollaio, così potevano ingannare Michele che però aveva già scoperto dove erano e sapeva che da dentro non si poteva aprire e sen’era andato in cucina a mangiarsi una fetta di pane con il prosciutto e intanto quelli nascosti nell’arca cominciavano a dubitare perché Michele non arrivava più e quindi cercarono di uscire, ma non ci riuscivano e quindi cominciarono a mettersi a piangere e a gridare fino a quando le due cameriere non li tirarono fuori.

 

Alessandro.   

 

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