Racconti d’emigrazione
Nel 1961, lo zio
Armando, fratello della nonna Anna, è emigrato ad Aosta, per lavorare nel
negozio di vestiario dei fratelli della bisnonna Irma . Ha iniziato da subito a
lavorare con loro e poi poiché aveva avuto una figlia, ha comprato un negozio
suo, dove lavoravano anche sua moglie e i suoi cognati. Tornava ogni tre mesi.
Fino al
1°settembre1979, quando un giorno che doveva venire a Pontremoli, un grave incidente in macchina ,causato da mano
assassina, lo tolse all’affetto dei suoi cari.
Lui non ha mai più
visto la sua tanto amata Pontremoli, da vivo, ma per volontà dei nonni Irma ,
Francesco (Angiolino) e Anna vi è rientrato da morto per vivervi in eterno. Sua
figlia torna tutti gli anni in occasione dell’anniversario della sua nascita al
cielo.
Nel 1928, invece
tre dei fratelli di mio nonno Pietro: Albino (Rinaldo), Battista(Ermanno )ed
Angiolo, a causa della morte del bisnonno Luigi, essendo che erano in otto fratelli (la zia Maria si era già sposata ed
era emigrata a Rosignano Marittimo) e la bisnonna Palmina lavorava i campi,
sono emigrati in America per raggiungere là il loro zio paterno Carlo con la moglie Caterina (Cesira)
e la figlia Gloria. Gli zii Rinaldo ed
Ermanno sono andati a Montevideo dove svolgevano il lavoro d’ortolani ed ivi lo
zio Rinaldo ha sposato la zia Rosalma ed ha avuto due
figli: Luigi e Palmira Luisa. Mentre invece lo zio Angiolo, è andato da un suo
prozio materno, Armano Mazzetti, per lavorare come guardafili a Buenos Aires,
dove ha sposato la spagnola Ortensia ed ha avuto un figlio Antonio. Ivi è morto
ed è stato sepolto nel 1950. Palmira e Luigi, sono tornati alcuni anni fa, poco
prima che morisse la nonna Isolina, che mi ricordo fu contenta di conoscere.
Mentre invece di Antonio nessuno ha mai più avuto notizie.
Nel 1970, invece la
zia Elsa, è emigrata dallo zio Elso e sua Moglie
Delmira a Milano per lavorare. Là, ha conosciuto lo zio Amerigo, di Arzengio,
che lavorava come capo laureato in una clinica ortopedica .Si sono spostai nel
73 ed hanno avuto una figlia nel 75. Nel
Nel 1930, il
bisnonno Palmiro, padre della nonna Isola, siccome era contrario alle leggi
imposte in quel periodo in Italia ed aveva studiato dato che era di famiglia
benestante, è emigrato in Francia, dove ha lavorato fino al 1944, dove per
oscuri motivi è morto. Prima di morire però voleva che la bisnonna Rosa,
andasse la con la nonna e lo zio Elso, ma lei dato
che aveva ancora i suoi genitori Veronica e Battista, da curare non ci andò
mai. Solo dopo la morte la nonna con sua mamma dovette andare in là a vedere la
villa che aveva acquistato e poi l’hanno venduta.
Nei primi anni del
900 il trisnonno Luigi , assieme a suo cognato era andato in America per
lavorare in una miniera di ferro. Dove poi è morto di broncopolmonite nel 1908.
Lasciando la moglie, la trisnonna Maria Luigia ed il bisnonno Massimo, che
aveva allora quattro anni.
Lo zio della nonna
Anna, Camillo, era emigrato in Belgio per lavorare nelle miniere di carbone,
dove lavorava già il marito di sua zia
Maria che viveva là con la sua famiglia .È stato là alcuni anni e poi nel
1932 è
tornato in Italia, dove ha conosciuto la zia Carolina ed ivi si è sposato.
E poi è andato ad Aosta.
Una parente di mio
nonno, di Cavezzana d’Antena, era partita per andare
a Lomazzo (Co), per andare in una coltivazione di gelsi, per bachi da seta.
Dipanavano con le mani il filo di seta che i bachi producevano. Poi passavano i
setaioli che portavano il filo a tessere per trasformarlo in tessuto. Lei aveva
le mani tagliate dal filo e dormiva in una capanna vicino al lago, insieme ad
altre lavoranti. Mangiavano molto minestrone e i pesci del lago se li
prendevano. Poi è entrata in una fabbrica di tessuti dove lavorava solo otto
ore ma, però con grossi sacrifici si è comprata una casa e la sua vita è un po’
cambiata.
Fabio, seconda B.
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