LA SCOMMESSA                                                                                                                                                                               

 

 

 

 
Rhea Beth Ross

 

 

 

 

 

 

 
Quasi tutta la gente di Granby ricorda l’estate del 1914, quando in città arrivò l’elettricità. Ricordo anch’io quella stagione, perché smisi di giocare con le bambole e smisi di portare le gonne corte.

Andavo per i quindici anni. Jack, il mio fratello maggiore ne aveva diciassette, Edman ne aveva tredici e George ne aveva nove. Eravamo nati a Granby, nel Missouri sud occidentale che contava tremila abitanti, la maggior parte dei quali lavorava nelle miniere di piombo.

Mio padre gestiva la B & O Mining Company che si occupava delle miniere più piccole della città. Faceva parte dei Difensori del Cittadino e della Comunità, che organizzava spettacoli culturali. Il 30 Giugno, il gruppo aveva sponsorizzato una gara di oratoria, dove avrebbe partecipato mio fratello Jack.

In quel giorno, mia madre, mi raggiunse nel salotto e mi parlò per la centesima volta su: “Il gentil sesso e i suoi doveri”. Lei diceva: <<Le signore non vanno fuori senza il parasole, non fischiano, non urlano, non fumano, non bevono. Le signore cantano nel coro della chiesa, cuciono e cucinano con grande abilità, si prendono cura dei bambini e aspettano gli uomini>>. Quando non mi guardava le facevo delle smorfie e lei continuava: <<Gli uomini a loro volta proteggono le signore, se ne prendono cura e…>>

A quel punto aggiungevo nella mia mente: <<…e le trattano come bambine troppo cresciute>>. Da noi era sempre andata così, io invece non volevo tutto questo.

Nonostante la sua presunzione, mi piaceva il modo in cui Jack si conquistava il pubblico,. Cominciò dicendo: <<Parlerò del suffragio alle donne>> Sentii il cuore salirmi in gola e fermarsi alle tonsille. <<Le donne appartengono al mondo della casa! Cosa succederebbe se alle donne fosse dato il diritto di voto? Ve lo dico io: il suffragio significherebbe la fine della cavalleria, sconvolgerebbe il delicato sistema emotivo delle donne e metterebbe la moglie contro il marito, aumentando il numero dei divorzi>>. Ci fu un applauso scrosciante. Non riuscivo a capire come alcune donne potessero applaudire a un discorso del genere: Pearl Akehurst, che era stata abbandonata dal marito e costretta a gestire una lavanderia per mantenere i suoi tre figli, stava applaudendo con entusiasmo.

Finiti gli applausi, Jack riprese: <<Le donne fatecele difendere e proteggere: sono le cose migliori della vita!!>>. Una delle frasi di jack che mi aveva colpito come una coltellata: <<le cose migliori della vita…>>aveva chiamato le donne “cose”. Ignorai l’applauso e non lo guardai negli occhi neppure quando ritirò il premio di dieci dollari. Quando la gente iniziò ad andarsene, seguii la mamma sul calesse: Jack mi aveva tradita e mamma aveva rinnegato il suo stesso sesso, ero stordita.

A casa i parenti si congratularono con Jack per il suo “meraviglioso” discorso. Jack beveva, si impregnava dei complimenti, mentre papà era talmente orgoglioso che si scordò di picchiare George, così mi persi l’unico divertimento di quella giornata.

Dopo aver servito il gelato agli ospiti a modo mio, attaccai Jack: <<Non c’è bisogno che mi insegnate come ci si comporta, lo so benissimo>>. Mio fratello rispose: <<Lizzie, Lizzie, per te fare una battaglia di uova con George e incollare Edman all’altalena è sapersi comportare?>>. <<Allora significa che neanche George o Edman non sanno sapersi comportare! Credo che mamma sarà felice del suo unico figlio perfetto!>>, gli dissi.

<<Non confondere i problemi, Edman e George sono maschi, hanno il diritto di essere un po’ scavezzacolli>>, disse. <<E chi gli ha dato quel diritto?>>, chiesi. Jack esitò, poi pronunciò: <<Dio gli ha dato quel diritto!>>. Gli dissi: <<Ho letto e riletto la Bibbia, ma in nessuna scrittura ho letto che George può tirare le uova e Lizzie no>>.

<<Non bestemmiare!!>>, mi disse. <<Jack, non ho bisogno dei discorsi della zia sui diritti delle donne, perché io li conosco benissimo da quando avevo cinque anni e riuscivo a lanciare una palla lontano quanto la lanciava Edman. E da quando avevo dodici anni e venivo di nascosto a caccia con te, ed ero brava quanto te. Sono uguale a voi e voglio essere trattata come voi. Tu mi trattavi da pari quando portavi ancora i calzoni corti e quando...>>, <<Sono cresciuto Lizzie, ora vedo le cose più chiaramente…>>, mi disse con gentilezza.

Gli dissi: <<Hai questa improvvisa illuminazione da quando stai con Rosie Watkins? Io non ho bisogno di essere protetta>>. <<Non puoi dire sul serio!>>, <<Invece parlo seriamente, Jack, non ho bisogno dell’aiuto ne tuo, ne di papà e te lo dimostrerò>>.

<<Come?>>, mi chiese. <<Scommettiamo che per tutta l’Estate potrò fare senza l’aiuto di nessuno e se vinco dovrai cambiare il tuo discorso alla gara di Stato>>, affermai.

<<Ma se vinco?>>, <<Riconoscerò che le donne sono il sesso debole>>.

Jack sorrise: << È un patto. Non mi piacerà vederti in ginocchio, ma ne varrà la pena>>.

Feci una smorfia e mi avviai verso casa. <<E il gelato? >>, mi chiese. Tornai indietro e gli rovesciai la ciotola di gelato sui pantaloni nuovi. Dopo me ne andai con una piacevole sensazione e gli urlai: <<Jack, la sfida è cominciata!!>>.

Daniele Tamagna, Daniele Zuccarelli, Lara Corradini Martelli, Leonardo Ferrara, Luca Poletti.