Le arti erano associazioni che riunivano spesso tutti quelli che
facevano un lavoro del tipo artigiano come i calzolai, i fornai…
A Firenze si associarono alcuni notai, giudici e medici e così si
suddivisero in arti maggiori e arti minori.
Ogni arte aveva delle proprie regole e i propri consoli o priori (i
capi).
Anche se le regole cambiavano da un comune all’altro, avevano
sempre il ruolo di difendere gli interessi e diminuire i conflitti tra gli
artigiani:
a) Davano loro i prezzi alle merci dei
lavoratori così tutti guadagnavano quanto gli altri.
b) Davano un numero anche per quante persone
potevano lavorare in una bottega così non si sarebbe espansa troppo.
c) Stabilivano anche i metodi e i materiali di
lavorazione così si poteva evitare che altre botteghe vendessero merci scadenti
a prezzi bassi.
d) Vietavano all’artigiano di farsi pubblicità
da solo e di esporre il proprio marchio sulla merce.
Poi tutti quelli che lavoravano avevano tutti lo stesso orario di
apertura e di chiusura che furono stato indicati dal suono delle campane,
all’alba e al tramonto e quindi gli orari variavano secondo le stagioni; non si
lavorava nei giorni festivi ed era concessa solo la pausa per pranzare.
A seconda del mestiere che si faceva, quelli dello stesso tipo
venivano radunati tutti nello stesso viale o nella stessa piazza così
quest’ultimi prendevano il nome del tipo di mestiere che si svolgeva
all’interno: Via dei calzolai, piazza degli orefici…
Ogni gruppo di lavoratori, era caratterizzato da uno stemma che li
identificava, un posto di riunione e un santo protettore che veniva celebrata
con processioni, riti religiosi e banchetti. Con le tasse che si riscuotevano
per le quote di iscrizione, si potevano aiutare i bisognosi e poter pagare i
politici.
Alessandro 1B