La leggenda parla che un
tempo ad Arzelato sul monte Burello, c’erano alcune rocce con delle impronte, che
le persone credevano che appartenessero al diavolo. Altre avevano anche il sangue,
perché si diceva che lì venivano giustiziate le persone soprattutto frati dato
che li vicino c’era un monastero dove sembra che si facessero riti per
sacrificarsi a Dio, i riti venivano praticati anche sulla Cisa. Dicono che in
una notte buia e fredda, un uomo di Torrano sia andato in moto sulla Cisa ebbe
visto quei frati che facevano dei sacrifici. Il giorno dopo l’ha detto a tutti
gli abitanti del paese, ma loro non
gli cedettero, lo stesso giorno lui tornò in quel luogo e prese un osso di un
frate morto da portare loro come prova per dimostrare che diceva la verità.
Allora le persone gli dettero ragione. Qualche anno dopo, sua moglie divenne in
cinta e quando partorì si accorsero che il bimbo era nato senza un osso, che
l’uomo aveva portato per dimostrare che non aveva torto e che apparteneva al
frate morto. Invece un altro uomo andò sempre sulla strada della Cisa
in moto, in una notte in cui pioveva
molto forte. Si dice che in una curva pericolosa cadde e quando tentò di
riprendere la sua moto, gli sembrava che un uomo gliela tenesse e non voleva
più ridargliela, così l’uomo spaventato cose a piedi fino a Torrano. Il giorno
dopo tornò a vedere con i suoi amici se c’era ancora la moto, ma la ritrovarono
tra i rovi.
Elisa