Torquato Tasso nacque a
Sorrento nel 1544. La sua infanzia e adolescenza vennero turbate dall’esilio
del padre e della morte improvvisa della madre. Dopo aver seguito il padre
Bernardo nelle sue peregrinazioni presso diverse corti italiane, nel 1565 entrò
al servizio degli Estensi, signori di Ferrara, che gli assicurarono una
dignitosa sistemazione.
Nei primi anni del suo
soggiorno ferrarese poté cosi comporre, in un clima di relativa serenità, il
dramma pastorale Aminta e avviare la
stesura del poema epico
Nonostante i piaceri
della vita di corte e il successo della sua attività di letterario, con il
passare degli anni il poeta accentuò il lato inquieto del suo carattere.
Preoccupato da eccessivi
scrupoli religiosi, assalito dal dubbio di essere incorso in qualche eresia,
sottopose la sua opera al giudizio del tribunale dell’inquisizione.
Nonostante
l’assoluzione, il Tasso rimase scosso dai dubbi e rimaneggiò di continuo il suo
poema.
Colpito da mania di
persecuzione, si credeva continuamente spiato e, nel 1577, scagliò un coltello
contro un servo. Fu rinchiuso per sette anni in un ospedale psichiatrico a
Ferrara, poi visse in diverse città italiane, alternando momenti di lucidità e
follia.
Giunse infine a Roma,
dove, per volere di alcuni cardinali e del papa, si preparò la sua solenne
incoronazione di poeta in Campidoglio. Morì però, poco prima, nel