Il Cinquecento e il Seicento
Il
panorama storico-sociale
Il periodo che si estende fra la metà del Cinquecento e
l’inizio del Seicento fu per l’Europa un periodo di transizione.
Le
conseguenze delle scoperte geografiche
Diventarono evidenti le conseguenze delle scoperte
geografiche e il centro dell’economia
mondiale si spostò dai mari europei all’Oceano Atlantico: Portogallo e
Spagna, padroni di vaste colonie in territorio americano, diventarono grandi
potenze, mentre Olandesi, Francesi e Inglesi iniziarono a percorrere gli oceani
come mercanti e pirati. Ma la colonizzazione ebbe anche l’effetto di ampliare
l’orizzonte intellettuale europeo con la conoscenza di nuove civiltà, e questa
apertura si manifestò in particolare nello sviluppo dell’etnografia e degli
studi geografici e astronomici.
Riforma
protestante e stati nazionali
L’Europa fu indebolita anche dalla frattura religiosa che, verificatasi nella prima metà del
Cinquecento con
La
crisi degli stati italiani
Gli stati italiani
vivevano ormai una crisi irreversibili
e la loro economia non si basava più su risorse proprie, ma era legata alle
fortune dei popoli che di volta in volta dominarono in Italia: Francesi,
Tedeschi e soprattutto Spagnoli. Nella seconda metà del Cinquecento questi
ultimi consolidarono il loro dominio nel napoletano e milanese ed estesero la
loro autorità su quasi tutta la penisola. Molte città italiane godevano ancora
di prosperità grazie alle loro attività manifatturiere, ma i borghesi sempre
meno si impegnavano nei commerci, attività dinamiche e avanzate, anche se più
rischiose, e sempre più invece si dedicavano stancamente alle attività
agricole. La borghesia stava dunque perdendo lo spirito d’iniziativa che aveva
determinato la sua fortuna e si stava ripiegando su se stessa.
Controriforma
e inquisizione
Con
Predominio
spagnolo in Italia, guerre di religione in Europa
Si affermò
un nuovo modo di vivere la religiosità, caratterizzato dal senso del peccato e
della fragilità dell’uomo. L’ideale rinascimentale di equilibrio e armonia era tramontato e la realtà non appariva più
come un tutto unitario ma frammentata in mille forme diverse in cui l’uomo
sembrava smarrirsi. In questa atmosfera inquieta e tormentata si colloca Torquato Tasso, l’ultimo grande poeta
del Cinquecento. Nel Seicento la crisi raggiunse il culmine, soprattutto a
causa del predominio spagnolo e della sua alleanza con le attività della
Controriforma. Il secolo si aprì con