Il  Settecento.

Nella storia della civiltà europea il Settecento rappresenta una tappa fondamentale, un’età di profondo e generale rinnovamento in tutti i campi: politico, sociale e culturale. Non può però essere considerato nel suo insieme, ma va distinto in almeno due periodi, contraddistinti il primo da una serie di guerre, il secondo dalla nascita e diffusione dell’illuminismo.

Le guerre di successione.

Nella prima metà del Settecento, l’Italia fu coinvolta nelle guerre di successione europee, in seguito alle quali la Lombardia passò dalla dominazione spagnola a quella austriaca, la Toscana agli Asburgo-Lorena, la Sardegna, aggregata al Piemonte, costituì con esso il regno di Sardegna.  L’Italia meridionale si trovava invece, sotto i Borbone.

L’illuminismo e la fiducia nella ragione.

Nella seconda metà del secolo si diffusero in Europa e princìpi dell’illuminismo, le cui idee furono alla base della costituzione dell’Europa contemporanea, nata dalla Rivoluzione francese. Gli illuministi avevano piena fiducia nelle capacità della ragione umana di spiegare il mondo e di risolvere i problemi politici e sociali; quindi criticavano severamente ogni forma di autoritarismo, scagliandosi soprattutto contro l’assolutismo monarchico e la Chiesa, colpevole secondo loro di propagandare una visione del mondo contraria alla ragione e fondata sulla superstizione. La loro idea che tutta la realtà dovesse essere riesaminata e modificata alla luce della ragione favorì lo sviluppo di nuovi indirizzi in ogni campo del sapere e promosse riforme politiche, economiche e sociale negli stati europei.

Rivoluzione industriale e Rivoluzione francese.

In Inghilterra  si affermò la Rivoluzione industriale che diede origine all’industria moderna cambiando il modo di produzione dei beni. In Francia, invece, nel 1789 scoppiò la Rivoluzione francese, che diede un colpo mortale all’assolutismo monarchico e alla vecchia nobiltà affermando invece il primato della borghesia.

 

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