La Rivoluzione americana

Negli altri continenti, gli Stati europei crearono basi commerciali o militari oppure avevano occupato territori e avevano costretto la popolazione a lavorare per il loro interessi. Nel Nord America invece i Pellirosse furono cacciati dalle loro terre e spinti verso l’interno del continente a opera dei bianchi, sempre più numerosi. Per spiegare questo fatto ci sono delle ipotesi:

·       La popolazione indiana nell’America settentrionale era bassa: quindi gli Europei si impadronirono di queste terre e ne cacciarono gli abitanti.

·       I Pellirosse erano molto arretrati e quindi gli Europei li disprezzavano.

·       Gli Indiani cercarono verso l’interno nuovi territori da caccia per vendere ai bianchi pellicce in cambio da armi da fuoco.

·       I coloni che sbarcarono in Nord America erano uomini che fuggivano dal loro Paese perché erano perseguitati e desideravano trovare una nuova terra in cui poter vivere e professare liberamente la propria religione.

Dunque le colonie inglesi finirono per essere abitate solo da popolazione bianca in costante aumento.

A metà del Settecento, le colonie americane in totale erano tredici e molto diverse tra loro.

·       Le quattro colonie del Nord erano abitate da puritani inglesi. La maggior parte della popolazione era costituita da proprietari terrieri, che coltivavano cereali e legumi; ma erano molto diffusi anche l’allevamento, la pesca, l’industria cantieristica e i commerci.

·       Le quattro colonie del Centro era costituita da Inglesi, Tedeschi, Olandesi, Svedesi, con religioni diverse e quindi tolleranti fra loro. Tra le attività economiche c’era la cerealicoltura, ma a Filadelfia, New York e Baltimora c’erano commercianti e imprenditori.

·       Le cinque colonie del Sud avevano un’economia fondata su piantagioni di tabacco, riso e cotone, coltivate dagli schiavi. La popolazione predominante era inglese.

 Le tredici colonie erano amministrate da un governatore inglese, dovevano commerciare solo con l’Inghilterra, non avevano il diritto di eleggere i propri rappresentanti, ma erano esonerate dal pagamento delle tasse. Questa situazione fu accettata perché il contrabbando era tollerato. Ma alla fine delle guerre in Europa, per rifarsi delle spese militari, l’Inghilterra cominciò a imporre ai coloni tasse più pesanti e loro protestarono perché i nuovi provvedimenti erano stati decisi senza il loro consenso.

La protesta iniziò con il boicottaggio delle merci inglesi a cui l’Inghilterra rispose con pesanti misure repressive. I coloni americani insorsero e decisero la resistenza armata, formando un esercito sotto il comando di George Washington. Il 4 luglio 1776 venne approvata la dichiarazione di indipendenza: nascevano così gli Stati Uniti d’America. Nella Dichiarazione venivano affermati alcuni dei concetti fondamentali dello Stato moderno:

·      Tutti gli uomini hanno diritti inalienabili e inviolabili.

·      I governi devono essere fondati sul consenso dei governati, che possono rovesciarli.

La guerra con la madrepatria scoppiò nel 1776 fino al 1781. La Spagna e la Francia aiutarono le colonie e così George Washington potè condurre il suo esercito alla vittoria. Gli Stati Uniti d’America ottennero il riconoscimento della loro indipendenza con la Pace di Versailles nel 1783.
Gli Stati Uniti dovettero affrontare gravi problemi interni perché le tredici ex colonie avevano caratteristiche diverse. Esse non si fusero con il nuovo Stato, ma mantennero una larga autonomia: nasceva così una Stato federale.
Nella Costituzione statunitense fu dunque affermata l’indipendenza delle singole ex colonie, ma così gli Stati Uniti rischiarono di sciogliersi. Perciò nel 1787 fu approvata una nuova Costituzione che garantiva autonomie alle ex colonie e rafforzava il potere centrale. Infine, nel 1789, George Washington venne eletto primo presidente degli Stati Uniti d’America.

Lara 2B

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