Nel seicento quasi tutti gli Stati europei erano caratterizzati da un
concentramento del potere che era nelle mani del sovrano o del suo governo.
L’assolutismo in
Francia si affermò con Richelieu che era il primo ministro dal 1624
al 1642 e che insieme a Luigi XIV istituì gli intendenti. Luigi XIV sosteneva
che i sovrani
dovevano governare per diritto divino e così riprese l’editto di
Nantes dove diceva che garantiva la libertà religiosa. Fece costruire la reggia
di Versailles e ci fece andare
ad abitare i nobili per allontanarli dai castelli e dal potere
locale. Un posto in cui l’assolutismo falli fu l’Inghilterra perché il
Parlamento mantenne validità. Lo
scontro tra monarchia e parlamento causò due rivoluzioni. La prima,
che si svolse tra il 1642 e 1649, si concluse con una repubblica che aveva a
capo Cromwell; la
seconda, che si svolse tra il 1688 e 1689, con la costruzione di una
monarchia parlamentare. Il sovrano, Guglielmo III d’Orange, giurò fedeltà alla
Carta dei diritti, che
garantiva la libertà fondamentale dei cittadini.
Gretha 2B