I continenti extraeuropei

 

                                                                                                                                                                             

 

 

nat03.gifL’ Impero Ottomano raggiunse la sua massima estensione di potere verso la metà del XVII secolo, con un impero che comprendeva dall’Africa al Caucaso, dal Mar Rosso e dal Golfo Persico, fin Quasi alle porte di Vienna.

I Turchi però, dovendo governare molti popoli diversi tra loro, si limitarono a imporre solamente delle tasse, il proprio controllo militare e i propri tribunali.

Proprio nel momento di massimo splendore, molti fattori contribuirono al declino di potere della città, dovuto a molteplici fattori:

·       I loro commerci diminuirono a causa della crisi in corso del Mediterraneo.

·       pc15.gifIl sistema produttivo scarseggiò con una arretratezza di fronte allo sviluppo europeo.

I continui scontri con l’Europa richiedevano enormi spese che finirono per causare enormi perdite finanziarie.

Dopo quasi dieci secoli di divisioni interne, l’India venne attaccata e conquistata dalla dinastia Moghul, che dopo numerosi anni di tolleranza cominciarono a perseguitare gli Indù; dopo la conquista coloniale europea, si verificò un grande sviluppo economico e fioritura artistica.

La Cina sotto la dinastia dei Ming trovò difficoltà e crisi verso il XVII secolo e questi indebolimenti che portarono all’invasione dei Manciù che occuparono il paese, devastando le campagne coltivate e trasformandole in pascoli per il loro bestiame e distruggendo le opere di canalizzazione e di irrigazione, molto importanti per la coltivazione del riso, il principale alimento della popolazione cinese, che così diminuì in modo drastico. In seguito, con il passare del tempo, le condizione sociali e culturali migliorarono , la popolazione aumentò, l’economia e le arti migliorarono e la Cina visse un  periodo di splendore.

 Il Giappone, che nel XIII secolo conobbe una grave crisi  imperiale ed un aumento del feudalesimo, all’inizio del seicento vide l’affermarsi di una nuova carica, da parte di uno dei più potenti principi: il Primo Ministro o protettore dell’Imperatore, comandante dell’esercito. Questa carica era ereditaria e, per oltre due secoli e mezzo, fu la più importante carica dello Stato. Il Giappone, nonostante rifiutasse gli scambi commerciali con l’Europa, si trasformò profondamente, nelle città si formarono importanti classi di artigiani e commercianti, portando il Paese verso quella grande potenza economica di oggi.

Verso il Seicento, si verificò un aumento delle colonie europee in Asia: gli Olandesi strapparono Cylon al Portogallo e colonizzarono buona parte dell’Indonesia, incrementando la coltivazione di spezie, molto preziose. Verso il Settecento, usando i primi schiavi, coltivarono caffè e canna da zucchero, distruggendo le coltivazioni locali.

 Anche gli Inglesi ed i Francesi estesero le loro colonie in Asia: gli Inglesi colonizzarono completamente l’India verso l’ottocento.

Gli Europei, cominciarono a colonizzare l’America intorno al XVI secolo: la Spagna ricavò grandi quantità d’argento e strappò alle popolazioni locali vaste distese di terra, per farne pascoli; in Brasile il Portogallo sfruttò la terra per uso agricolo, così come la Francia,  la Spagna e l’Inghilterra nelle Antille. La colonizzazione causò un forte incremento dello schiavismo; i mercanti europei compravano dai governi africani schiavi in cambio di stoffe e armi.

Gli Inglesi colonizzarono anche parte dell’ America settentrionale, come gli stati della Virginia e della Carolina, dove, sempre usando gli schiavi, coltivarono cotone e caffè.

Nell’odierno Canada i Francesi coltivarono cereali, visto il clima rigido, incrementarono la caccia ed il commercio di animali da pelliccia e lo sfruttamento del legname, viste le immense foreste.

 

Davide 2B

                                                                                                                                  

 

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