La Francia rivoluzionaria
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La Rivoluzione francese si verificò nel 1789 e fu causata da diverse circostanze, politiche e sociali, economiche e culturali, che contribuirono alla formazione dell’idea di uomo, cittadino e Stato, ancora oggi considerate.

Prima della rivoluzione la società francese era divisa in tre gruppi sociali:il clero e la nobiltà erano privilegiati e non pagavano tasse ed imposte, avevano le più alte cariche di governo mentre il resto della popolazione, chiamato “terzo stato”, formato dai borghesi, dai commercianti, dai notai, avvocati, artigiani, contadini e poveri, si trovava in condizioni di inferiorità.

Cresceva così, un forte malcontento, aggravato da una grave carestia, che causò la scarsità di generi alimentari ed un forte aumento dei prezzi e dal debito pubblico molto pesante.

Il 5 Maggio 1789, durante una riunione degli Stati Generali, si verificò una divisione tra i rappresentanti del terzo stato e quelli degli altri due ceti sociali, che non volevano rinunciare ai loro privilegi ed il terzo stato, il 17 giugno, diede vita ad un’Assemblea nazionale, costituita dai rappresentanti della maggioranza del popolo francese; il 9 luglio si proclamò “ costituente”, con il potere di scrivere una nuova Costituzione.

Il re Luigi XVI, sentendosi in pericolo, tentò, con l’aiuto dell’esercito, di scioglierla, causando la sanguinosa rivolta del popolo che, il14 luglio 1789, a Parigi, prese d’assalto e occupò la fortezza della Bastiglia, dove normalmente erano tenuti i prigionieri politici. Molti rappresentanti dei nobili furono decapitati.

La rivolta accomunava tutti i rappresentanti del terzo stato. Il 4 Agosto, i contadini ottennero l’abolizione dei diritti feudali e il3 settembre 1791, dopo l’approvazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, ispirata ai principi dell’Illuminismo, venne  approvata la nuova Costituzione: la Francia era una Monarchia costituzionale: i poteri erano divisi tra il sovrano ed i suoi ministri (potere esecutivo), un’assemblea elettiva (potere legislativo) ed i giudici eletti dal popolo (potere giudiziario). Non tutti, però potevano votare: questo privilegio era concesso solo a chi aveva un certo reddito.

Luigi XVI tentò di fuggire dalla Francia, per riorganizzarsi, ma fu riportato indietro.

Il nuovo Parlamento francese era diviso in tre gruppi: i foglianti, moderati, i giacobini, più radicali, gli indipendenti, più vicini ai moderati.

 I nobili fuggiti all’estero chiesero l’aiuto dell’Austria e della Prussia, affinché intervenissero in Francia per riportare la monarchia assoluta e, in questo contesto di pressioni esterne, i giacobini ottennero che la Francia dichiarasse guerra alle due potenze il 20 aprile 1792.

IL 10 agosto, al culmine della guerra, fu proclamata la Repubblica, destituendo il re, che venne arrestato e ghigliottinato, il 21 gennaio 1793, così come tutti quelli che si opponevano alla rivoluzione, ed i fautori della repressione erano i giacobini, impensieriti dal fatto che molti stati europei avevano formato una coalizione antifrancese, per la paura che la rivoluzione si estendesse entro i loro confini.

 Nel 1793 venne approvata una Costituzione più democratica, che prevedeva il diritto di voto per tutti, il diritto allo studio, al lavoro, all’assistenza per gli inabili.

Il governo dei giacobini fini il 27 luglio 1794 a causa della durezza delle loro azioni politiche ed i capi furono arrestati e ghigliottinati.

 

Davide 2B

 

 

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