Nel 1682 re Luigi XIV, il Re Sole, si trasferì a Versailles, con
tutta la sua corte, in un palazzo magnifico che rappresentava la grandezza del
Re e che ancora oggi è visitato da milioni di persone da tutto il mondo.
Tra il seicento ed il
settecento molti sovrani europei seguirono il suo esempio e costruirono
numerose regge dove viere nel lusso e nei divertimenti. Le regge più famose che
seguirono il modello di Versailles furono la Reggia di Caserta, la Palazzina
della caccia di Stupinigi a Torino ed i palazzi di Milano e Vienna. Essi non
erano la dimora principale dei sovrani, ma erano una delle tante loro dimore,
utilizzati come residenze estive, di svago o di caccia.
Questo bisogno di lusso favorì la nascita di quartieri signorili
attorno alle regge, dove andarono ad abitarvi anche i ricchi borghesi. In
queste abitazioni eleganti i piani più bassi erano riservati alle scuderie,
alle cantine e alla servitù, mentre i piani superiori erano della famiglia, con
ogni conforto.
Le famiglie più disagiate vivevano in locali bui, piccoli, senza
comodità.
Le strade erano lastricate solo nei quartieri signorili.
In questo periodo si verificò un buon sviluppo della cultura e sempre
più persone cominciarono a leggere, favorendo il sorgere di biblioteche e sale
di lettura pubbliche e private.
Nacquero anche i “salotti”, presso le abitazioni dei signori, dove
venivano invitati ospiti illustri, come scrittori, pittori e musicisti. I
teatri diventarono luoghi d’incontro e di scambi culturali ed erano frequentati
non solo dai ricchi ma anche dal resto della popolazione, disposti nella
platea, nei palchi e nei loggioni.
Nacque il “melodramma”, un’opera cantata e musicata che trattava
argomenti di storia o testi greci e latini; il teatro di prosa cambiò e
cominciò a trattare commedie nuove ispirate dalla vita quotidiana.
I facoltosi cominciarono a viaggiare nelle capitali europee per
elevare il loro livello di cultura.
Cambiò anche il modo di vestire, più accurato e ricercato e fu la
Francia che si mise in evidenza, con le “brache”, le camicie di pizzo, le
giubbe ricamate e i bottoni preziosi per gli uomini e, per le donne, ampie
gonne, aderenti corpetti, pizzi e
merletti e mantelline.
La famiglia cominciò ad essere più unita, con più sentimento ed
affetto, con un maggiore interesse per i figli, la loro salute e la loro
educazione: furono scritti i primi libri di pedagogia e vennero assunti, presso
le famiglie più facoltose, i primi precettori.
I contadini continuarono a vivere in campagna e in alcune regioni
sorsero le prime scuole di paese; i braccianti agricoli vivevano in
catapecchie, mentre nelle case più grandi vivevano i massari, che coltivavano
la terra per conto dei proprietari. I loro vestiti erano semplici, ma
cominciarono ad usare biancheria intima, le camicia e gli abiti di lana. Gli
alimenti principali erano il mais e le patate.
Nelle famiglie facoltose le donne erano mantenute dai padri o dai
mariti, ai quali dovevano portare in dono una “dote”, mentre presso gran parte
della popolazione erano costrette, prima dell’adolescenza, a cercarsi un
lavoro, come domestiche, venditrici ambulanti, nel peggiore dei casi,
chiedevano l’elemosina. Nelle città industriali potevano lavorare nelle
fabbriche, in condizioni molto dure e con paghe bassissime rispetto a quelle degli
uomini. Nonostante partecipassero agli avvenimenti ed al lavoro, le donne erano
prive dei diritti politici e di gran parte di quelli civili.
Davide 2B