Orfeo ed Euridice

 

Orfeo è un musicista e suona la cetra che gli è stata donata da Apollo, in un modo così dolce da ammansire le belve feroci, calmare gli uomini violenti e fermare il corso dei fiumi. Quel mattino suonava e cantava con grazia ancora più grande: era da tre giorni sposo di Euridice e la sua felicità era immensa. Cantava una canzone dedicata a lei accompagnandosi con la lira: quando un grido dalla collina spaccò la pace e la canzone… Un’ancella correva spaventata verso Orfeo gridando. Un serpe velenoso aveva morso il piede di Euridice ed era morta. Orfeo smise immediatamente di cantare, si chiuse nel suo dolore e nessuno lo sentì più parlare. Dopo i funerali di Euridice, si mise in viaggio per raggiungere l’Oltretomba, dove si raduna chi muore. Camminò molto finche arrivò al fiume Stige, qui incontrò Caronte il quale gli chiese cosa faceva visto che non era morto e quindi non aveva la possibilità di passare. Allora Orfeo impugnò la lira e si mise a cantare, e Caronte ascoltava e piangeva, poi lo fece salire sulla lunga barca nera e lo trasportò dall’altra sponda dello Stige. Qui incontrò Cerbero il guardiano con tre teste, ma Orfeo non ebbe paura, prese la lira e suonò, riuscì così a calmarlo e passò la porta del regno di Ade. Dopo vari incontri finalmente giunse al centro del regno dei morti. I demoni si scostavano stupiti di vedere un uomo vivo e lo seguivano curiosi. Orfeo giunse davanti al trono di Ade e Persefone, le quali stupite di vederlo gli chiesero cosa faceva lì. Lui disse che era venuto per riportare in vita Euridice, inizialmente gli dissero che era impossibile infrangere la legge, ma poi Persefone incantata dal suo modo di suonare gli diede il permesso di poterlo fare, ma ad una condizione: di non guardarla prima della luce del sole altrimenti l’avrebbe persa per sempre. Orfeo si incamminò e incontrò Euridice la quale felice di vederlo gli chiese perché non la guardava, lui le rispose che non poteva e la invitò a seguirlo. Camminando senza volere, impugnò la lira e cantò la canzone che aveva composto per lei il giorno delle nozze, la strada era lunga e il desiderio di voltarsi si faceva sempre più grande per non cedere, continuò il cammino piangendo, allora Euridice lo implorò di suonare ancora. Lui impugnò la lira e riprese a cantare ma distrattamente si voltò e così Euridice svanì nel nulla. Dove era lei apparve Ermete messaggero di Persefone la quale gli disse che si era voltato troppo presto per cui Euridice gli sarebbe stata tolta per sempre.

 

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