LA VITA DI MARCO POLO

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N. Bardini.

 

Le meravigliose realtà di Marco Polo erano ancora più emozionanti delle imprese dei cavalieri di re Artù.

Marco dopo un anno di prigionia tornò a Venezia, dopodiché apparve, numerose volte negli archivi di questa città.

Nel 1305 fu trovato nelle vesti di un mercante di vini, nel 1311 fece l’ attore in un teatro e nel 1323 fu coinvolto in una lite.

Nel 1324 Marco Polo morì onorato dai suoi cittadini, dopo aver fatto un testamento, che è conservato nella Biblioteca di San Marco. 

Il testamento dice che aveva una moglie, Donata e tre figlie: Fatina, Bellela e Moreta.

Ci si chiede se aveva anche amato, durante la sua giovinezza, qualche ragazza tartara e se aveva approfittato delle particolari usanze matrimoniali del Tibet. Anche se le tre figlie avevano dei fratellastri che raccontavano le storie del loro padre “leggendario” partito quando loro erano ancora piccoli.

Inoltre si dice che fosse stato rammaricato di aver avuto tre figlie femmine e non aver generato un figlio veneziano che avrebbe potuto viaggiare in posti lontani, come faceva lui. Molti episodi della sua vita probabilmente li raccontava a Pietro,il suo servo tartaro, però tutte queste cose non si possono sapere per certo.

Jacopo da Aqui, frate domenicano raccontò che Marco prima di morire gli confessò che quello che aveva scritto nel suo libro non era tutto vero a causa delle malelingue.

Siccome in quel libro erano descritte cose meravigliose che sorpassavano ogni immaginazione i suoi amici in letto di morte gli chiesero di correggerlo, togliendo le cose che non erano vere, ma Marco rispose che non aveva raccontato nemmeno la metà di ciò che aveva visto realmente.

In seguito anche frati e mercanti intraprenderanno viaggi in Cina.

 

Fonte del testo: E. Power, Vita del Medioevo, Enaudi 1966.      

 

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