ANNO SCOLASTICO 2009 - 2010
CLASSE TERZA B
Coordinatrice del lavoro Prof. Maria
Luisa Necchi.
FIABA COMPOSTA A PUNTATE SUL BLOG Luisascuola
(http://icferrari.splinder.com)
Nella metropoli di Londra, in una Casa Editrice, una ragazza di 22 anni di nome
Alice è intenta a scrivere il finale del suo ultimo libro, quando il suo capo la convoca per
parlare di una questione importante.
- Dovresti lavorare su un nuovo libro, la gente che legge ha bisogno di colpi
di scena. Ecco, per esempio, potresti scrivere un bellissimo romanzo di avventura.
Dicendo questo, il capo si dirige verso la finestra con le mani dietro la
schiena. È una giornata molto ventosa e nuvolosa, sembra quasi che stia
arrivando un temporale. Ad un tratto Alice viene attratta da uno strano
soprammobile a forma di elefante, posto sopra la scrivania del principale .
Quell' oggetto le fa venire subito una brillante idea.
- Avrei bisogno di un po' di soldi per fare un viaggio in Africa, è lì che
vorrei ambientare il mio prossimo libro. Mi servirebbe anche una guida che
conosca bene il territorio del Sudafrica.
- Non c'è problema!!! Proprio una settimana fa ho assunto un giovane dipendente
che, prima di venire a Londra, faceva la guida turistica nelle vicinanze
di Città del Capo. Dice il Principale , raggiante di felicità.
- Bene partiremo domani mattina. Esclama la scrittrice entusiasta che si stava
per catapultare nell’avventura più entusiasmante di tutta la sua vita.
Alice il mattino seguente, parte con il taxi verso l'aeroporto di
Londra. L'autista l'aiuta a scaricare i bagagli e dopo essere stato pagato
torna in macchina e si allontana. La ragazza entra alla ricerca della guida,
dopo poco si siede su una panchina ed attende. Alice è di media
altezza con capelli biondi e occhi azzurri. Ad un certo punto un ragazzo
alto, con capelli neri e penetranti occhi verdi si avvicina e le chiede: -
Sei tu Alice?
La ragazza risponde di sì e gli domanda: - E tu sei la guida, giusto?
- Puoi chiamarmi Tom. Risponde sorridendo il ragazzo.
I due si fermano un attimo ad un piccolo bar per discutere del viaggio delle
località e dei pericoli dell' Africa Meridionale. Quando Tom si alza
per andare a pagare, una voce meccanica annuncia al microfono il volo dei due
avventurieri. Alice e Tom prendono i bagagli e salgono a bordo e dopo aver
trovato i loro posti, Tom, si mette il suo cappello da viaggio sugli occhi e si
addormenta mentre Alice prende dal suo zaino un libretto dove scrive
l'introduzione del suo libro per poi appisolarsi.
Al suo risveglio il pilota annuncia:- Signori passeggeri, benvenuti in Africa .
I ragazzi sono ad Abuja, in Nigeria e si fermano qualche ora prima di decollare
di nuovo.
Alice, mentre aspetta l’aereo, lascia Tom riposare all' aeroporto e si
allontana con la macchina fotografica e fa un giro in città senza allontanarsi
troppo dall’ aeroporto.
Dopo un paio d’ore torna all’ aeroporto dove ad attenderla c’è Tom che insieme
a lei sale di nuovo sull’aereo.
Alice si siede al suo posto e si addormenta di nuovo.
Ad un certo punto la scrittrice si sveglia e si accorge che l’aereo sta
atterrando.
Tom e Alice sono arrivati, finalmente,
in Sudafrica. Scesi dall' aereo, si dirigono verso una jeep, che li sta
aspettando, per portarli al loro albergo, che si trova fuori città, tra la
natura africana.
Appena usciti dalla città, imboccano una strada sterrata. La jeep, fa salti qua
e là, mentre Alice osserva, interessata e meravigliata, la natura
circostante e gli animali che la popolano.
Vede, anche, in una pozza d' acqua, due ippopotami che fanno il bagno e un
branco di giraffe, che con i loro lunghi colli, raggiungono le cime degli
alberi più alti, per prendere le foglie.
Ormai il sole é tramontato da un po', e un venticello fresco, comincia a far
sentire freddo ai nostri amici.
Alice , chiede:
- C’è ancora molta strada da fare?
- Manca poco. - risponde Tom.
Ormai è tardi quando Alice esclama:
- Finalmente!!!- La piccola cittadina dell’albergo si presentava all’orizzonte
vicino al mare.
Appena scesi dalla jeep,Tom e Alice , si sgranchiscono le gambe e si apprestano
a portare i bagagli, nelle rispettive camere, quando vedono venire loro
incontro un facchino, che chiede gentilmente:
- Volete che vi aiuti a portare i bagagli?
I due rispondono che lo avrebbero fatto da soli.
Intanto é scesa la notte ed Alice , esclama:
- Com' é bello questo cielo stellato. Guarda, Tom, non si vede il Grande Carro,
né il Piccolo; quella stella lassù, brilla come un diamante!
- E' la Croce del Sud: siamo nell' emisfero australe e la calotta celeste non é
la stessa che vediamo in Inghilterra.
I ragazzi entrano nell' albergo e si dirigono verso le rispettive camere.
La stanza della ragazza è molto confortevole e si affaccia sul mare. Alice,
dopo essersi lavata, inizia a pensare al suo prossimo libro.
- Come lo intitolerò? - pensa la ragazza - mah, ci penserò poi. Così
pensando si corica sul suo letto. Il giorno dopo, verso le dieci, viene
svegliata da un rumore, qualcuno sta bussando alla porta. La ragazza, ancora
appisolata va ad aprire sbadigliando, e si presenta davanti a lei Tom, già
vestito.
- Che c'è? Chiede Alice
- Forza vestiti! - le dice il ragazzo tutto entusiasta - Oggi c'è il safari!
- Ok, arrivo! Lo accontenta Alice, chiudendogli la porta in faccia. Dopo pochi
minuti i due, noleggiando una Jeep, iniziano il loro safari fotografico.
- Non sarebbe stato meglio portare una guida? Domanda Alice ad un certo punto,
avendo fotografato pochissimi animali
- Ma l'abbiamo portata! La contraddice Tom
- E chi sarebbe?
- Io! Esclama Tom in tono ironico.
- Tu? Tu non sapresti neanche tornare all'albergo! Lo accusa Alice. Solo
allora i due ragazzi si accorgono di essersi
persi. Per fortuna sta arrivando un altro fuoristrada verso di loro, la cui
conducente, di nome Sharon, sarebbe poi diventata la loro guida. Tom guarda
Sharon con l'occhio lungo mentre scende dalla vettura: la ragazza ha i capelli
mori e corti, con la frangia appena tirata su dal gel. Ha gli occhi verdi ed è
molto snella e alta.
- Che cosa fate da queste parti? Domanda la guida.
- Ci siamo persi... dice imbarazzata Alice.
- Allora siete fortunati... - spiega Sharon - sono una guida!
- Che fortuna! Bisbiglia Alice sarcastica.
Le due ragazze si guardano in cagnesco come per dire: “io e te non diventeremo
mai amiche e ne sono felice”.
Sharon prende il suo fuoristrada mentre Tom ed Alice guidano quello noleggiato
all’albergo.
Ad un certo punto la guida sbanda e finisce fuori strada.
Subito Tom accosta e scende di corsa per andare dalla ragazza.
Alice lo segue e non appena si avvicina al fuoristrada si accorge che Sharon ha
qualcosa sul collo: un dardo da cerbottana.
Non riesce nemmeno a girarsi che sente qualcosa pizzicargli il collo e all’improvviso
tutte le sue forze svaniscono e si accascia a terra mentre sente dei passi che
si avvicinano.
Dopo un po’ di tempo, i tre "amici", riprendono i sensi e si
accorgono di essere legati ad un palo di legno. Alice guarda in alto e vede il
soffitto di una grotta.
- Problemi in arrivo. Dice Tom.
Degli uomini di colore
si avvicinano vestiti con pelli di animali e muniti con lance appuntite.
I loro occhi sono luminosi e Alice pensa che anche senza le torce che portavano
li avrebbero visti senza problemi. Il capo ben distinguibile dagli altri, per
un mantello rosso e per uno strano copricapo, si avvicina e parla ai tre
con un linguaggio sconosciuto dai viaggiatori. Il capo riparla cambiando
lingua:- Chi siete voi?
- Turisti venuti per un safari fotografico. Risponde Tom
- Bugia... voi venuti per rubare di nuovo a mio popolo! Ribatte il capo
- No, non è vero, abbiamo avuto un incidente! Esclama Sharon spaventata.
- Silenzio!!! Voi fingete amici... poi rubate e fuggite con Tesoro... tornate
per altro bottino, ma voi non uscirete più da qua giù! I prigionieri degli Ksu
non tornano mai su!
Alice, prova a spiegare a Lisù, il capo degli Ksu, che loro sono innocenti e
che non sono i ladri.
Al capo degli Ksu,
viene un' idea:
- Noi terremo in ostaggio la ragazza con i capelli corti , mentre voi due
andate alla ricerca del tesoro rubato. Fino a che non lo avrete ritrovato e
portato qua, la terremo con noi.
Alice e Tom chiedono, perplessi :
- Dove potrebbe essere il tesoro?
Lisù risponde:
- A nord di qui c'é un forte, che sembra abbandonato. Dovrebbero trovarsi lì, i
ladri. Ma state attenti, sono dei professionisti e potrebbero essere armati.
Tom e Alice annuiscono e tramite un passaggio segreto, nella roccia,
escono accompagnati da uno Ksu.
Usciti, si accorgono che é già buio e dopo un chilometro circa di strada
percorsa, si accampano.
Il giorno non tarda ad arrivare e i due si mettono subito in cammino.
Poco dopo, il caldo si fa sentire e decidono di fare una sosta. Solo dopo, si
accorgono di non avere più acqua, ma Tom urla, esultando:
- Ecco il forte. Forza muoviti!
Non riescono ad avvicinarsi all’entrata che due ragazzi escono e domandano:
- Perché siete qui?
Tom risponde:
-E così siete voi i banditi che hanno rubato il tesoro agli Ksu?
-Rubato? Domanda il più alto.
- Esatto, loro pensano che siamo stati noi e dobbiamo recuperare il
tesoro, altrimenti si terranno una nostra amica...gli spiega Tom
Lo Ksu che accompagnava Alice e Tom punta la lancia contro ai quattro e dice:
- Adesso datemi la mappa.
Nel frattempo Sharon, dalla sua cella, sente delle strane voci venire da non
molto lontano.
-Il nostro piano sta funzionando...quei tre hanno creduto a tutto...
-Che cosa? Allora ci hanno ingannati , sarà meglio avvertire gli altri e
così dicendo tira fuori il telefono, che scopre essere senza campo.
-Devo trovare una soluzione...continua la ragazza.
Spostandosi qua e là, Sharon, vede che uno Ksu le si sta avvicinando.
-Che cosa stavi facendo? Domanda lo Ksu.
-E voi cosa state tramando invece? Domanda la ragazza.
-Bene, allora hai capito, ma tanto non ci andrai dai tuoi amici... gli risponde
lo Ksu.
-E questo come me lo impedisci?
-Così...
Mentre parla, l' uomo, apre la cella e prende un bastone in mano ed inizia
ad avvicinarsi verso la guida.
-Certo che è facile prendersela con una donna... dice Sharon.
L' uomo sta per colpirla, ma lei con agilità si abbassa e gli tira un calcio,
facendolo cadere.
Sharon prende velocemente le chiavi dallo Ksu e lo chiude nella cella.
-Ti sta bene... bisbiglia Sharon.
La guida attende con pazienza che qualche Ksu esca dalla caverna, per capire
dove si trova l’ uscita segreta.
-Devo uscire. Dice improvvisamente uno Ksu.
Sharon lo segue e dopo aver scoperto il passaggio segreto per tornare in
superficie esce all’aria aperta.
-Adesso devo trovare Alice e Tom. Pensa la ragazza
-Ma certo, il forte di Worcester!!!
La ragazza si incammina e dopo qualche giorno vede all'orizzonte il
forte.
Man mano che cammina, Sharon, si avvicina sempre più al forte, fino a
quando, tra i cespugli, vede, la torre principale. Il forte è diroccato e ha
dimensioni enormi, con rami di edera che si aggrappano ai muri. All'interno c'è
un grande giardino che ospita al centro un pozzo antico.
- Tom e Alice dovrebbero essere qui... meglio cercarli...
Bisbiglia Sharon. Dopo aver esplorato le mura del forte la ragazza non riesce a
trovare i suoi amici e decide di entrare da una finestra lasciata aperta.
- Ma come faccio ad arrivarci????Si domanda.
Con la coda dell'occhio intravede un ramo di edera che arriva fino alla finestra
e decide di arrampicarsi. All'improvviso il ramo si stacca dal muro, ma Sharon
riesce ad afferrare, con la mano, il davanzale della finestra. Con un po' di
fatica la ragazza riesce ad entrare e scopre di essere graffiata in numerose
parti del corpo.
- Ora devo trovarli, chissà dove si trovano.
Intanto Alice e Tom, assieme ai due "banditi", sono entrati nel forte
e rimangono intrappolati in una stanza.
- Sicuramente è opera degli Ksu, ci hanno teso una trappola, quindi
voi siete innocenti!!!
dice Alice riferendosi ai banditi.
- Sì, ma ora come facciamo ad uscire?
Domanda un bandito.
- Iniziamo a gridare aiuto, magari qualcuno ci sentirà.
Propone Tom.
- Aiuto!!!!!!!!!!! Gridano in coro e dopo aver urlato per molto tempo si
arrendono.
- A proposito, come vi chiamate???? Io sono Alice e lui è Tom.
Domanda la ragazza indicando il suo amico.
Un "bandito" risponde:- Io sono Morgan e lui è Steve.
Morgan è un ragazzo alto con i capelli sparati in alto ed è molto
estroverso, invece l'amico, molto preciso, è timido e riservato.
Alice domanda:- Ma che cosa vogliono gli Ksu?
- Questa. E così dicendo, Morgan, tira fuori da una
sacca che portava a tracolla una piccola pergamena.
- Che cos'è? Domanda Tom
- Una mappa per un immenso tesoro. Esclama Steve.
Intanto Sharon, che ha sentito le urla, cerca di scoprire da dove provengano.
All'improvviso vede uno Ksu davanti ad una porta e pensa:- Lì dentro
dovrebbero esserci i miei amici!!!
La guida attende la notte con pazienza e, dopo che i due Ksu si
sono addormentati, entra in azione. La ragazza si avvicina alla porta e cerca
di aprirla, ma scopre che è chiusa e non sa cosa fare. L'atmosfera è buia e
comincia a fare freddo, Sharon sente degli strani rumori e comincia a
spaventarsi: le batte forte il cuore e crede di non aver mai avuto così paura
in vita sua, per una volta il suo carattere temerario si trasforma
in un lato più impaurito: l'impavida Sharon ora ha paura. Vorrebbe
lasciare Tom e Alice e fuggire via, ma si rende conto che non sarebbe
giusto comportarsi da vigliacca, ed allora decide di rimanere.
Così guarda nel corridoio: uno
Ksu si avvicina e per poco non vede la testa di Sharon che lo osserva dalla
porta. Sveglia i suoi compagni ed insieme a loro si allontana.
Sharon ne approfitta per avvicinarsi alla porta.
- Ragazzi mi sentite? esclama la ragazza.
- Aiutaci Sharon. Urla disperata Alice.
- Ci provo ragazzi, ma la porta è troppo robusta per essere sfondata e la
chiave non si trova. Dice Sharon nervosa.
- Ascolta Sharon, vedi quella pietra rossa alla destra della cella? Ecco dietro
a quella dovrebbe esserci la chiave. Dice una voce sconosciuta alla ragazza.
La ragazza segue le istruzioni e riesce a liberare gli amici.
- Bravissima, io sono Morgan e quel tipo silenzioso è Steve.
- Ottimo lavoro Sharon! Ma come hai fatto a scappare? Domanda curioso Tom.
Sharon sta per rispondere, ma viene interrotta da Alice che esclama:
Possiamo raccontarci storielle più tardi, quando mi sarò fatta una doccia calda
e una dormita su qualcosa che non sia fatto di paglia?!
La povera scrittrice non si immaginava nemmeno che sarebbe passato ancora molto
altro tempo prima che lei potesse farsi una doccia calda in albergo, ma non
anticipiamo altro.
I cinque per non rischiare di fare brutti incontri decidono di calarsi dalla
finestra da cui Sharon era passata. Arrivati a terra Morgan si precipita a
prendere la sua jeep e pochi minuti dopo ritorna.
Il gruppo si allontana velocemente dal forte.
Il paesaggio intorno a loro è quello tipico della savana e ormai il sole sta
per sorgere, il gruppo è sollevato di essere sfuggito agli Ksu. Alice prende
dalla sua borsa il block-notes e prende appunti sulle sue ultime
giornate passate in compagnia di indigeni, banditi e Sharon che gli stava tanto
antipatica, ma gli aveva salvati... forse era stata troppo perfida nei
suoi confronti.
- Attento Morgan! Esclama Steve.
- Tranquillo, sono un asso al volante. Risponde Morgan.
Durante il viaggio Alice osserva la mappa, dalla quale
ricava la collocazione del tesoro che si troverebbe vicino ai Monti dei Draghi.
Alice domanda a Tom: - Ma dove si trovano questi monti?
- Sono poco distanti da qui. Risponde il giovane.
- Allora andiamoci subito! Esclama Morgan.
- No, io prima voglio andare all'albergo, almeno per cambiarmi i vestiti!
Ribatte Alice.
- Anch'io vorrei, ho una fame... Continua Tom.
- Ma non possiamo, qualcuno potrebbe anticipare le nostre mosse! Li contraddice
Morgan.
- Guarda che la mappa la possediamo noi! Gli ricorda scontrosa la ragazza.
Dopo un po', Alice e Tom riescono a convincere i compagni e, dopo un lungo
tragitto finalmente arrivano all'albergo.
Il cielo è senza nuvole e si vedono tutte le stelle dell'emisfero australe.
- Che belle! Esclama Alice guardando dalla finestra della sua stanza, poco
prima di andare a dormire.
Il mattino seguente iniziano a preparare i bagagli, si procurano dei viveri
e li caricano su un fuoristrada.
- Alla guida vado io! Esclama Alice sedendosi davanti al volante.
Durante il tragitto si fermano ad una stazione di servizio per fare
rifornimento.
Poco dopo ripartono e nei pressi della loro destinazione trovano sulla strada un bivio che si dirama in due
direzioni. I nostri ragazzi non sapendo che cosa fare si guardano stupiti, ma è
Sharon ad interrompere il silenzio domandando: E ora dove andiamo?
- Io che sono una guida del posto, non so proprio dove andare! Mi dispiace!
Risponde Tom.
- Ehhh, come al solito mi dovrò orientare da sola... Dice Alice facendo una
smorfia e accelerando si dirige verso sinistra. Appena prendono il sentiero a
sinistra scoprono che la strada è sterrata e troppo stretta e quindi non
riescono a passarci con la jeep.
- E adesso!? Andiamo avanti oppure torniamo indietro e prendiamo l'altra
strada? Domanda Morgan.
- Seguiamo il nostro istinto. Dice Tom.
- Parole da filosofo! Bisbiglia Alice, non sopportando Tom.
I ragazzi si incamminano: ai lati del sentiero c'è una vegetazione scarsa,
anche se molto secca. Alice è meravigliata dalla sua bellezza naturale e inizia
a scattare foto ai diversi tipi di alberelli, ma ecco che inizia a piovere pian
piano, rovinando tutta l'atmosfera.
- Oh no! Ci mancava soltanto la pioggia! È meglio rifugiarsi da qualche
parte. Dice Steve.
- Di qua!!! Esclama Sharon, vedendo in lontananza una piccola grotta.
Il gruppo inizia a correre verso la grotta e arrivati stanchi e bagnati si
siedono per terra.
Alice intanto pensa: ma perché non ho scritto un altro romanzo rosa, proprio
qui dovevo venire!!! Sono stufa, voglio tornare a casa!!! Piena di rabbia, la
ragazza tira fuori il suo piccolo block-notes e prende appunti sul posto.
Alice dopo essersi sfogata sul
suo block-notes scrivendo circa due pagine di appunti, si alza per
prendere una boccata d'aria. Appena è fuori si accorge che ormai ha smesso di
piovere e quindi propone:- Ragazzi è meglio rimetterci in cammino.
Tutti sono d'accordo, a parte Sharon che riferisce:- Qui dopo la pioggia,
possono uscire animali molto velenosi, quindi è meglio stare rifugiati almeno
per una notte.
- Ma il tesoro?! Ribatte Alice.
- Oddio!!! Io tengo più alla mia vita che al tesoro e se vuoi vattene!
Esclama Sharon.
- Non ti rivolgere con quel tono a me o ti strappo quei quattro peli che
ti ritrovi in testa!!! Grida Alice.
Intanto Morgan sussurra a Steve:- Io scommetto sulla bionda.
- Come ti permetti?! Continua Sharon rivolta ad Alice.
- Ah ok, sono cinque! E dicendolo, la scrittrice scoppia a ridere.
Tom, ormai che le sopporta da tempo, si alza ed esclama infuriato:- Basta!!!
Mia sorella ha cinque anni e non si comporta come voi. Mi avete fatto
venire mal di testa e se riprovate a fiatare... giuro che... Tom
non sa che cosa dire e dalla sua bocca esce:- Me ne vado!!!
Tom, arrabbiato , si gira e va verso l'interno della grotta.
- Meglio andare ad esplorare il posto che assistere a una recita di bambine.
Bisbiglia Tom stufo . Nel frattempo in Inghilterra , il capo di Alice cerca di
rintracciarla, senza alcun risultato, allora prova a chiamare l'albergo,
che gli risponde.
- Pronto, sono il Direttore della casa editrice della vostra cliente
Alice, me la può passare?
- Mi dispiace, ma la
ragazza è da tre giorni assente e l'ultima volta che è venuta, ha portato via i
bagagli, senza dare spiegazioni.
- Ah, grazie mille. Risponde il direttore, interrompendo la chiamata.
Il direttore è molto preoccupato e chiama la sua segreteria dicendo:- Gladies,
mi mandi immediatamente qui l'agente.
L'agente John Stevenson
sta percorrendo le vie di Londra tra il mercato: queste sono molto
affollate e ai lati della strada si presentano vari banchi di utensili e
alimenti.
Ad un certo punto il cellulare dell'agente squilla e lui
risponde:- Pronto, chi parla?
- Buongiorno agente, sono Gladies, deve venire subito qui.
- Qual è il nuovo problema di Chack (direttore della casa editrice), ne ha
sempre uno.
- Non saprei... penso che riguardi Alice. Risponde Gladies.
- Non importa, arriverò tra pochi minuti. Dice in modo scontroso il ragazzo.
Mezz'ora dopo l'agente arriva nell'ufficio di Gladies che gli dice:- Menomale
che era questione di minuti!
- Conducimi dal capo. Continua John.
Dopo aver percorso lunghi corridoi e aver attraversato vari saloni molto
grandi, giungono davanti alla porta dell'ufficio del capo.
- Ecco, puoi entrare. Gli riferisce la segretaria.
Stevenson apre la porta e si ritrova in quell'ufficio dove meno di due
settimane prima era stato licenziato, ma visto che era molto bravo a svolgere
il suo lavoro (a parte la puntualità e l'educazione) Chack l'aveva riassunto.
- Che problema mi ha condotto qui?! Domanda John.
- Deve andare subito
in Sudafrica, tra un'ora una macchina lo aspetterà fuori e lo condurrà all'aereoporto.
Vada a prepararsi. Dice Chack.
- Il motivo quale sarebbe?
- Alice e Tom sono spariti e non li riusciamo a contattare... Prima che il
direttore finisce la frase Stevenson esclama:- Aspetta!!! Mi stai mandando in
mezzo ad animali feroci e anche velenosi per far il baby-sitter a due bambini
che si perdono!!! E poi come faccio, il Sudafrica è molto grande e sarà molto
difficile trovarli...vabbè!!! Ci andrò comunque. Continua il ragazzo.
- Agente, stia attento. Il proprietario dell'albergo mi ha detto che l'ultima
volta erano in cinque e tra di loro c'è "Lui".
- Ne è sicuro? Domanda John che tutto all'improvviso torna serio.
- Sicurissimo...
- Un motivo in più per cercarli. Dice scherzando l'agente.
Nel
frattempo, da qualche parte nei Monti dei Draghi, Tom sta camminando in un
tunnel della grotta.
Non è preoccupato, aveva già esplorato molte altre grotte ed alcune molto
pericolose, ma ad un certo punto il soffitto sopra di lui crolla e il ragazzo
riesce appena in tempo a non rimanere schiacciato.
Tom inizia a preoccuparsi, ma decide di proseguire e di trovare un'altra
uscita.
Intorno a lui è tutto silenzio, rotto unicamente dai suoi passi e da qualche
raro pipistrello.
La luce prodotta dalla sua torcia illumina il tunnel che a poco a poco inizia
ad allargarsi.
Tom continua a camminare fino a quando l'ambiente intorno a lui cambia del
tutto, sorprendendolo.
È come se fosse dentro un enorme chiesa: il soffitto è così alto che non riesce
a vederlo e la sala è vasta come due campi da calcio. Delle enormi torce grandi
come un motorino illuminano la stanza.
Colonne enormi sostengono il soffitto, ma la cosa che lo colpisce di più è una
stalagmite che sale fino alla metà della stanza, dove incontra una stalattite
altrettanto grande.
Tom si avvicina e, man mano che cammina, nota che sulla stalagmite c'è una
rampa di scale che arriva fino al vertice. Tom si arrampica: le scale sono
molto ripide e non ci sono ringhiere.
Arrivato in cima vede un piccolo altare con sopra una statuetta di
pietra, che raffigura un piccolo uomo con una corona e una lancia. Il suo
sguardo è solenne e comunica autorità: Tom allunga le mani e la prende, la
infila nello zaino, ma subito un forte rumore cattura la sua attenzione: la
stalattite sopra di lui si sta staccando. Il ragazzo si precipita giù dalle
scale, rischiando più volte di cadere.
Tom corre veloce mentre la stalattite è ancor di più in bilico e continua
la sua corsa fino a quando un tunnel lo porta fuori, a poca distanza dalla
caverna dei suoi amici.
Il ragazzo, barcollando, entra nella caverna
dove i suoi amici sono seduti attorno ad un fuoco.
Alice e Sharon si tengono a distanza e non appena Tom si avvicina Alice
esclama:- Ma dove sei stato?! Il ragazzo solleva la statuetta e la mostra al
gruppo.
- Non sapevo ci fosse un negozio di souvenir nei Monti dei Draghi. Interviene
Morgan scherzosamente.
Sharon allora dice:- Che cos'è?
- Forse è il tesoro! Esclama speranzoso Steve.
- Cosa?! Niente oro, niente gioielli... solo una piccola lurida statuetta di pietra!
Benissimo, un altro buco nell' acqua. Urla disperata Alice a Tom e così dicendo
gli strappa dalle mani la statuetta e la scaraventa contro la parete della
grotta. L'oggetto misterioso, invece di rompersi in mille pezzi, rimane
intatto, ma ecco che la testa si apre, facendo cadere per terra una vecchia
pergamena.
Alice si avvicina per raccoglierla, ma Sharon le pesta un piede e prende la
pergamena prima di lei.
Il messaggio è scritto in una lingua antica ed quasi impossibile leggere le
parole.
- Aspettate! C'è una parola che riconosco: Tugela. Dice Sharon.
- Che cos'è Tugela? Domanda Alice.
Sharon, essendo esperta del territorio, le risponde: - Tugela non è il nome
completo, ma si dice Tugela Falls e sono le seconde cascate più alte del
mondo e si trovano non poco distanti da qui!!
- Allora ci dobbiamo subito mettere in cammino! Esclama Morgan.
I ragazzi escono dalla caverna e si dirigono verso la Jeep che avevano
parcheggiato sul bivio.
Tom mette in moto la jeep e si dirige verso le cascate Tugela dove
si presume che ci sia il tesoro o forse un altro indizio.
- Ragazzi! Qui dobbiamo proseguire a piedi! Esclama Tom.
- Perché? Domanda Alice.
- Il sentiero è troppo stretto e rischiamo di rimanere impantanati tra il fiume
e la strada. Continua Tom.
- Tranquilli, la cascata non è lontana e basta seguire il fiume. Dice
Sharon.
Il gruppo si mette in marcia e dopo un po' di tempo si trovano
davanti ad una cascata non molto larga, ma molto alta che si lancia per una
scarpata di circa un chilometro.
Il gruppo rimane impressionato dallo spettacolo che vede: all' orizzonte il
sole sta tramontando, colorando il cielo di un arancione brillante. L'acqua
della cascata risplende dorata con scintille colorate come una pioggia di
diamanti.
Capisci perché adoro
questo posto? Domanda Tom ad Alice.
Ad un certo punto Steve esclama:
- Ehi! Venite, vedo l'ingresso!!!
- Dov'è? Domanda Morgan.
- Laggiù in fondo! Esclama Steve, indicando una voragine ricoperta di radici a
circa cento metri più in basso.
- Non ho una corda abbastanza lunga. Dice Sharon.
Alice inizia ad arrabbiarsi: non possiamo fermarci proprio ora che siamo ad un
passo dal tesoro.
La ragazza inizia a pensare ai documentari che guardava a casa ed ecco che
arriva alla conclusione.
- Ragazzi! Possiamo usare le radici per raggiungere la grotta. Sono abbastanza
robuste e dovrebbero riuscire a sostenere il nostro peso. Esclama Alice
entusiasta.
Il primo a scendere è Steve che vuole il tesoro ad ogni costo seguito da Alice
che si ferma un paio volte per scattare delle fotografie.
Tom e Sharon sono i più veloci mentre Morgan balbetta un pò scosso:- Io vi
aspetterò qui... anzi v-vedo s-se r-riesco a portare la jeep p-più v-vicino.
- Ok! Esclama Tom che accende la torcia, inizia a guardarsi intorno ed ecco che
vede una piccola fessura uguale alla statuetta che aveva trovato nella grotta
monumentale.
La prende dallo zaino e l'incastra nel buco ed ecco che La parete davanti
al gruppo si frantuma rivelando uno stretto sentiero.
Tom accende la torcia e cammina in testa al gruppo fino a quando esclama:-
Ascoltate!
Alice domanda:- Che cosa? Io non sento niente.
- Acqua... deve essere una piccola sorgente.
Qualche giorno prima...
John Stevenson sta indagando sui ragazzi che sono spariti nel quartiere dell'albergo.
Chiede informazioni ai passanti e riesce a scoprire che un piccolo gruppo di
ragazzi a bordo di una jeep è andato verso nord-est. Passano due giorni ed
infine ad una stazione di servizio scopre che cinque ragazzi sono passati di li
meno di un giorno prima.
L'agente preme sull'acceleratore ed arriva ad un bivio dove trova tracce
fresche.
Le segue ed arriva ad una grotta, dove trova un po’ di capelli biondi sul
pavimento.
John, è ormai sicuro di aver trovato Alice. Segue le altre tracce e arriva
ad un fiume vicino alle cascate Tugela. Vede un' altra jeep e vicino a
quella un ragazzo.
John si avvicina e gli chiede:
- Conosci Alice? Bionda con gli occhi azzurri ed una scrittrice.
Il ragazzo che è Morgan non si fida dell'uomo ed esclama:
- Non la conosco.
- Ascolta, è in compagnia di un uomo molto pericoloso! Dice John.
- Alice è... alle cascate. Si è calata con delle radici fino ad una voragine.
John si allontana correndo fino alle cascate. Si affaccia e vede la voragine,
ma rimane sorpreso perché da quest'ultima esce un gran quantità d'acqua.
Ad un certo punto sente un urlo:- È finita, cadremo!
Pochi minuti prima...
Il gruppo cammina ancora per un pò fino
a quando: plof.
Alice mette un piede nell' acqua, ma non in una piccola sorgente.
La ragazza alza lo sguardo e vede un immenso lago nero al cui centro si erge un
isoletta di sasso.
Sull'isoletta si intravede un piedistallo e su questo piedistallo c'è una
piccola statuetta simile alla precedente.
Steve non perde tempo e si tuffa in acqua e nuota fino all' isola dove afferra
la statuetta.
La statuetta questa volta non è di pietra, ma di cristallo. La sua forma
suggerisce che sia di sesso femminile e nella mano sinistra stringe una lira.
Sulla sua testa vi è un esile corona.
Steve torna dagli amici, ma ecco che il livello dell'acqua inizia ad alzarsi
velocemente.
Il gruppo si precipita per lo stesso tunnel dell'andata.
Sono vicino all'entrata quand'ecco che l'acqua li investe scaraventandoli ad
una velocità paurosa verso la voragine dove ad attenderli c'è un salto di quasi
mille metri.
Alice urla:- È finita cadremo!
I ragazzi spinti dalla corrente urtano un enorme roccia
simile ad uno scoglio rimanendovi attaccati per la pressione dell' acqua.
Alice esclama:- Non riusciremo mai a liberarci se continuiamo così!! L' acqua è
così potente che ci tiene attaccati a questa sporgenza!!
Nello stesso tempo l' agente Stevenson si stava calando dalla cascata usando le
stesse radici che avevano usato i ragazzi in precedenza, quando si trova a due
metri da una sporgenza vicino alla fessura la radice si stacca dall' albero e
cascando a terra esclama:- Che fortuna!!!
Poco dopo l' agente vede i ragazzi intrappolati contro un masso spinti dalla
corrente di un fiume in piena subito pensa che, con quella radice, avrebbe
potuto tirare fuori i ragazzi.
-Ehi! Urla Stevenson.
Il gruppo lo vede ed inizia subito a gridare aiuto.
Una volta arrivato alla distanza giusta Stevenson lancia la radice ai ragazzi,
ma per mezzo della corrente il primo lancio va a vuoto.
- Riprova!!! Esclama Sharon.
Il secondo lancio arriva ad Alice che non riesce ad afferrarla.
Tom esclama:- Leva quella statuetta dalla fessura!!!
- La che? Domanda Stevenson
- La statuetta! L' omino di pietra sulla parete! Urla Sharon
- Ma come la prendo? È dall'altra parte! Dice John.
- Ascolta: tu la togli dalla parete con la radice e cerchi di lanciarmela.
- Ok! Mi sembra di averlo visto in un film. Prendila!
E così dicendo John fa schioccare la radice come una frusta e con un lancio
colpisce la statuetta che casca in acqua. Mentre l'acqua si ritira, la
corrente, trasporta la statuetta verso la cascata.
Tom allunga la mano, ma la statuetta gli scivola.
- Nooooooo!!! Urla il gruppo.
Stevenson, sempre con
la radice, riesce a fermare la statuetta, aspettando che tutta l'acqua
defluisca. La corrente è molto forte e Stevenson fatica a resistere. Per
fortuna poco a poco la pressione dell'acqua diminuisce e i ragazzi possono
muoversi di nuovo. Tom si precipita a raccogliere la statuetta che sta per
cadere. Alice guarda Stevenson stupita e esclama: - Grazie!!! Chi sei?
- Adesso non c'è tempo di parlare! Venite su!
Il gruppo si arrampica sulle radici e ritorna in cima alla cascata.
- Ok, basta con i giochetti, - esclama Sharon appena arrivati - chi sei?
- Agente Stevenson, sono in missione... risponde l'uomo.
- Qual'è il tuo obbiettivo? Domanda Alice.
- Scortarti a casa e...
- Catturarmi! Esclama Steve estraendo una pistola e puntandola contro il
gruppo.
- Steve, non fare scherzi! Dice Tom impaurito.
- Io non mi chiamo Steve! Urla quel ragazzo che ad Alice era sembrato così
timido
- Siete un branco di creduloni, ed è stato facile ingannarvi! Sono stato a
rubare la mappa agli Ksu e poi ho mentito a quel tonto di Morgan dicendogli che era un regalo per
mio nonno. Ci siamo nascosti al forte di Worcester dove egli custodiva degli
oggetti preziosi. Gli indigeni ci stavano per trovare, quando siete arrivati
voi e ci avete salvati.- Spiega il bandito - Adesso datemi la statuetta e tolgo
il disturbo.
Il ragazzo è agitatissimo e gli trema la mano con cui tiene la pistola. Alice
gli passa la statuetta di cristallo ed ecco che sente un rumore: un elicottero
si sta avvicinando.
- Addio, John! Dice poco prima di lanciarsi nel vuoto per poi riapparire a
bordo dell'elicottero.
Stevenson esclama: - Non aspettatemi!
L'agente corre verso l'elicottero e salta anche lui, ma riesce a raggiungere
solo la scaletta che pende dall'elicottero. I ragazzi restano a guardare fino a
che la figura di John appena salito sull'elicottero, non sparisce all'orizzonte.
Tutti sono disperati e ad un tratto Alice esclama:- Adesso cosa facciamo!?
Morgan, che era rimasto stupito, continua a dire:- Ma è impossibile! Non ci
credo! Steve non ha mai fatto male ad una mosca! E io che credevo nella sua
amicizia.
- E' vero, era sempre così timido e riservato, ma adesso bisogna trovare una
soluzione!!!
Nel frattempo Sharon rivela eccitata: Tadà!!! Ecco la soluzione.
Così dicendo tira fuori dalla tasca del suo gilet il foglietto che avevano
trovato precedentemente dentro la statuetta; allora Alice afferma:- Ma è
bianco!? Cosa ci facciamo con quel foglietto?
- Ehhh...io che lavoro al safari lo so. Risponde in modo vanitoso.
- Sentiamo l'esperta allora!!! Ribatte Alice infastidita.
- State a guardare... E così dicendo tira fuori un accendino dalla tasca, lo
accende e lo mette sotto il foglio.
Alice grida:- Ma cosa fai!!! Sei pazza, così gli dai fuoco!
Ecco che interviene Tom stupito che spiega ad Alice:- No!!! Sharon, sta solo
cercando di decifrare la scrittura con il limone!!!
Le prime lettere stavano comparendo sul foglio, Sharon si volta per osservare
l'espressione di Alice, senza accorgersi che avvicinando involontariamente
l'accendino al foglio, questo prende fuoco, lasciando a terra al suo posto un
mucchietto di cenere.
Alice dice, con aria di sfida:- L'avevo detto io che prendeva fuoco!
- Tu mi stai lanciando una nuova guerra!? Dice Sharon.
- E che guerra... Bisbiglia rispondendo Alice.
Morgan notando l'espressione delle due ragazze esclama in difesa di Sharon:-
Alice, stai calma: Sharon voleva soltanto trovare una soluzione.
- Guardate il foglietto. Dice Tom, meravigliato e osservando in terra vede il foglio dell' indizio, ridotto in un
mucchietto di cenere, ma li ragazzo, con ancora un po' di speranza, guarda se
si può leggere ancora qualcosa e con entusiasmo vede, in mezzo alla cenere, una
specie di pellicola, la prende con delicatezza e la fa vedere a tutti. Allora
Alice domanda:- Ma cos'è quella?
Quindi Sharon dice:- Sembrerebbe una pellicola, prova a portarla al sole!! Tom,
subito, prova e riesce a intravedere la parola "vulcano" ed esclama:-
Brava Sharon!! Adesso però, dobbiamo andare ad informarci in città.
Alice, invidiosa di Sharon, sbuffa, e segue gli altri verso la macchina di
Stevenson; arrivati, partono per il centro. Durante il viaggio, Alice pensa al
suo libro, ma giunti in città devono trovare una libreria per cercare dove sono
tutti i vulcani del Sudafrica, quindi fermano un passante e chiedono
indicazioni. Una volta arrivati, cercano subito il reparto del Sudafrica e dopo
un po' di ricerche, scoprono che ci sono solo due vulcani. Quindi Tom esclama:-
Ma come facciamo a sapere quale è quello giusto!!
- Non lo so. Risponde Sharon.
Allora Alice dice:- Guarda i nomi dei vulcani, magari uno è scritto sulla
pellicola. Tom dice:- Uno è vicino a Città del Capo e un altro è
vicino a Johannesburg.
- Guarda la pellicola. Insiste Alice.
Poi Tom prende la pellicola e la punta verso la luce e dice:- Il vulcano giusto
è quello che si trova a Città del Capo, dai andiamo, dobbiamo sbrigarci!!
Quindi il gruppo di amici va alla macchina e si mette in viaggio. Arrivati, si
accorgono che per un tratto di strada dovranno continuare a camminare a piedi
per la strada interrotta; Alice esclama:- Scusate, ma come facciamo a sapere
dove andare??? Tom dice:- Non so, dividiamoci e guardiamo se troviamo qualche
indizio. Allora i ragazzi si guardano intorno e dopo circa mezz' ora Sharon
urla: - Venite subito!!!!! Quindi Tom ed Alice corrono e giunti da Sharon
si trovano davanti ad una porta gigantesca, allora i ragazzi si avvicinano e
vedono con delusione un sigillo simile a quello delle cascate e si
ricordano che per aprire la porta, serve la statuetta dell'acqua, rubata da
Steve.
Passati alcuni minuti, decidono di tornare indietro, perché non
hanno alcuna speranza di aprire la porta, ma ecco che cambiano
immediatamente idea, vedendo arrivare John e Steve che, molto probabilmente,
era riuscito a catturare.
Subito Sharon dice:- Perché ci hai fatto questo, Steve?
- Mi ha ricattato un certo uomo, conoscente di Alice, ma non ho scoperto chi
sia; so solo che ci sta pedinando e mi ha chiesto di rubarvi le statuette,
perché sennò avrebbe fatto del male alla mia famiglia. Ora, loro sono al
sicuro, ma per poco.
Alice, scossa, interviene dicendo:- E come ti ha contattato?
- Per telefono, mandandomi un messaggio...
- Ma noi eravamo sempre con te, soprattutto io, quando te lo ha mandato?
Comunque sono sollevato, che non ci hai tradito. Continua Morgan, andandolo ad
abbracciare.
Tutti sono felici, ma ad interrompere l'atmosfera è Tom che domanda:- Ma dove è
la statuetta dell'acqua?
- Ehm... era nel mio zaino e...
- E al momento dove è? Domanda Alice curiosa.
- E' caduto il mio zaino nel fiume, mentre stavo salendo sull'elicottero.
Continua Steve.
- Che cosaaaa!!!??? Esclamano in coro i ragazzi.
- Eddai! Sta scherzando!!! Risponde John.
- Meno male! Comunque ora andiamo, metti la statuetta nel sigillo della porta.
Dice Sharon.
La porta inizia ad aprirsi lentamente e vedono un tunnel e iniziano ad
attraversarlo.
Alice esclama:- Che caldo!!! Ma non era spento questo vulcano!?
E così dicendo, estrae un piccolo ventaglio dalla borsa e comincia a farsi
aria.
Ad un certo punto Tom esclama:- Guardate là!
I ragazzi girandosi intravedono una grande statua che raffigura un uomo che
pone una mano verso l'alto. La statua però è in cima ad un rilievo roccioso,
molto ripido.
- Cosa ci sarà sopra quella mano? Forse c'è la statuetta! Afferma convinta
Sharon.
- Vado io a vedere, voi però state attenti che non succede niente. Interviene
Steve.
- No, no... non mi fido ancora di te, quindi vado io... Continua l'agente John,
che velocemente, dopo alcune "acrobazie", raggiunge la meta.
- Vicolo cieco!!! Non c'è niente qui sopra!
Tom, allora esclama:- Guarda meglio! Magari c'è un indizio.
Stevenson osserva dappertutto, fino a trovare una piccola incisione sul braccio
della statua; allora stupito dice:- Ehi!!! Quassù, sul braccio c'è un codice
che non riesco decifrare, Cosa faccio!?
- Non preoccuparti, arrivo io. Interviene immediatamente Sharon, che in ogni
momento voleva essere al centro dell'attenzione.
Nel frattempo mentre Sharon sale, mostrando difficoltà, l'agente cerca di
capire il significato di quegli strani segni, ma purtroppo non riesce a
decifrarli.
Sharon giunta in cima, chiede:- Hai un foglietto per copiare il codice?
- No, però possiamo chiedere agli altri ragazzi. E così dicendo John si sporge,
domandando la cosa.
- Io ce l'ho!!! Esclama Alice, tirando fuori dalla sua borsetta un block-notes,
ormai privo di fogli.
- Ok, allora lanciamelo... Continua l'agente.
Dopo vari tentativi, riesce a tirare il taccuino, che l'agente John afferra con
prudenza.
Dopo aver copiato il codice, i due scendono.
- Ma adesso come facciamo a tradurre!? Domanda Alice curiosa.
- Forse il mio pc è in grado di decifrare la scrittura. Esclama Morgan fiero di
sé.
Il ragazzo estrae il computer dallo zaino e lo accende, ma con suo grande
stupore dice:- Non c'è campo, non possiamo usarlo!!!
- Allora, proviamo ad uscire.
Ma in quel momento "la porta" del tunnel del vulcano si chiude,
lasciando la statuetta, che era posta nel sigillo, all'esterno.
- Oh no!!! Adesso cosa facciamo!? Esclama impaurita Alice.
- Il problema non è cosa facciamo, ma come usciamo da questo vulcano, e
soprattutto come recuperiamo la statuetta che è fuori. Risponde Tom.
Il clima diventa sempre più rigido, ormai sta calando la sera e nel tunnel sta
diventando buio ed Alice inizia a lamentarsi che non ha abbastanza luce per
scrivere i suoi appunti e allora, ormai disperata a causa della situazione,
inizia a sfogarsi piangendo.
- Che succede!? Domanda Morgan preoccupato.
- Niente... non voglio rimanere qui!!! Sono stufa, voglio tornare a
casa...maledetto il giorno che ho deciso di compiere questo viaggio! Continua
la scrittrice.
Dopo aver consolato la ragazza, Morgan inizia a girare per il tunnel con
il pc, cercando campo; allora Sharon che lo stava osservando gli
domanda:- Cosa stai facendo!? Mi fai girare la testa. Smettila!
- Forse vi sto aiutando: sto cercando campo per decifrare il codice.
- Allora rassegnati, non lo troverai mai, adesso dobbiamo cercare un modo
per uscire da questa caverna. Interviene Steve.
Tom è da qualche ora che non fiata e fissa il pavimento pensoso; a lui si
aggiungono tutti i ragazzi, che ormai, stanchi hanno sonno e iniziano ad
avere molta fame. Alice, dal più lontano angolo della caverna, continua a
piangere e ormai triste e senza via d'uscita pensa che la sua vita finirà lì;
allora tutti i ragazzi preoccupati per lei, si radunano intorno per consolarla.
Intanto da una fessura abbastanza grande si intravede un raggio di luna che
illumina il tunnel.
- Idea: se di giorno il vulcano è illuminato, vuol dire che da qualche parte la
luce entra... quindi noi dobbiamo soltanto cercare qualche fessura abbastanza
grande per riuscire a passare... basterà aspettare la mattina per capire tutto
questo. Dice Tom all'improvviso.
Alice domanda incuriosita:- Ma come facciamo a scalare il vulcano!?
I ragazzi ormai stanchi, si addormentano, mentre Alice veglia tutta la notte,
pensando a come sarebbe stato il suo avvenire; ma oltre a questo pensiero, ce
ne sono altri che frullano nella sua testa:- Chi è il mio nemico? Come lo
troveremo? Soprattutto quando usciremo da questo posto!?
Le prime luci dell'alba svegliano i ragazzi.
- Ehi!!! La luce proviene da lassù!!! Ma come ci arriviamo!? Domanda Sharon.
I ragazzi vedono che vicino alla fessura si trova la statua gigante, allora
John dice:- Ragazzi, ci dobbiamo arrampicare tutti, se vogliamo uscire...
I ragazzi iniziano a scalare la statua, ma nell'arrampicarsi Alice trova
molta difficoltà. Ecco che Tom corre in suo soccorso: l'afferra per il braccio
e con tutta la sua forza la solleva, finché non riesce a posizionarla sulle sue
spalle, per poi portarla sulla cima.
Giunti a destinazione Alice lo ringrazia con un affettuoso abbraccio, ma
purtroppo a rovinare l'atmosfera ci pensa Sharon, che esclama:- Scusate se
interrompo questo momento romantico, ma dobbiamo pensare a come arrivare alla
fessura... senza farci male!!!
- Forse io nel mio zaino ho una fune. Risponde Tom e così dicendo, dopo aver
rovistato nello zaino, estrae una corda abbastanza lunga e robusta da poter
arrivare alla fessura.
- Perfetto, dammela! Interviene Morgan, che dopo averla afferrata, la lancia
verso l'alto e fortunatamente si impiglia tra due rocce.
- Siamo sicuri che regge!? Ribatte Alice.
Morgan prova a tirare la corda e assicura i ragazzi che potrà sopportare il
loro peso, e così il gruppo cominciano ad arrampicarsi verso l'apertura della grotta. La prima ad
uscire è Sharon, seguita da Alice e Tom, ma, mentre sale Morgan, la corda
si spezza. Fortunatamente riesce ad appendersi ad una roccia, e grazie
all'aiuto degli amici viene tratto in salvo.
- Iniziamo a scendere a valle, verso la città, dove sicuramente il nostro
computer riceverà la copertura wireless di Internet. Intanto gli amici
cominciano ad essere affamati e le scorte di cibo scarseggiano.
- Sono rimaste solo due barrette energetiche, sarà meglio cercare un villaggio
dove rifocillarsi. Dice Alice.
- Si, ma io non vedo alcun villaggio nei dintorni!!! Esclama Tom, ormai stanco
di camminare.
- Potremmo iniziare a cercare qualche frutto nei... Alice non riesce a
terminare la frase, che il gruppo cade in una buca, coperta da foglie.
- Ahia!!! Grida Sharon.
I ragazzi, ancora tramortiti, sentono un leggero fruscio e dall'orlo della
voragine si intravede un cacciatore che spara alla cieca, sfiorando la spalla
di Steve e procurandogli una leggera ferita.
- Ehi fermo!!! Non siamo animali... Dice John impaurito.
- Ma cosa è caduto nella mia trappola!? Chiede lo sconosciuto.
- Noi siamo dei ragazzi. Risponde esasperato Steve.
Il cacciatore, capito lo sbaglio, aiuta i ragazzi ad uscire dalla buca e,
mortificato, chiede scusa.
Tom, dopo aver accolto le sue scuse con piacere, dice:- Ci potrebbe dire dove
si trova il villaggio più vicino?
Il cacciatore, dopo aver risposto di sì, gli indica la strada e si offre di
accompagnarli per farsi perdonare.
Dopo aver percorso
alcuni metri, giungono sulla riva di un fiume circondato da un villaggio:
questo è costituito da piccole case di legno con il tetto di paglia e sono
sparse qua e là, ci sono molti campi di cui si occupa la maggior parte della
popolazione (per lo più adulti e ragazzini maschi), mentre il resto della
popolazione vagabonda tra i piccoli sentieri del paese chiacchierando e magari
rincorrendosi per divertimento.
I ragazzi ad un certo punto, dopo aver visitato il villaggio, vengono
interrotti da un uomo che dice loro:- Il capo del paesello vuole vedervi,
seguitemi.
Il gruppo esegue l'ordine e viene scortato fino a una casa che si
differenzia da tutte le altre: è molto più grande, all'esterno presenta un
muro con strane incisioni e ornamenti e
intorno si trova un cortile, nel quale c'è una fontana molto maestosa.
I ragazzi, preceduti dall'uomo, entrano e vengono accolti da un' atmosfera
molto calorosa.
- Ragazzi, ho saputo che voi state cercando le statuette per trovare il tesoro
e io vi appoggerò per un motivo molto importante, ma visto che siete stanchi,
vi lascio riposare e tornerete da me domani mattina, così ve lo spiegherò.
Rivela il capo al gruppo che, andati nelle loro stanze assegnate, dormono fino
al mattino dopo.
Il gruppo si sveglia, e dopo aver mangiato qualcosa, si reca presso la
casa del capo.
Arrivati, lo vedono in una posizione di meditazione ed a interromperlo è Alice
che dice:- Eccoci, siamo arrivati e adesso ci deve spiegare ciò che ci doveva
dire.
- Per fortuna che ve lo siete ricordati... incominciamo dall'inizio: voi state
cercando le statuette per trovare il tesoro e quando siete usciti dal vulcano
non c'erano più. Le statue, le abbiamo prese noi, perché avevamo paura che gli
Ksu vi avrebbero preceduto, facendone un brutto uso, ovvero quello di
impadronirsi del tesoro, che li potrebbe portare ad impossessarsi di una buona
parte del territorio sudafricano.
Così dicendo, estrae da una borsa, le statuette dell'acqua e del fuoco e le
consegna a Tom che dice:- Grazie, adesso andremo a cercare l'ultima statuetta,
quella dell'aria.
- Ah, se potete avvisateci, prima di rinchiuderci dentro un vulcano. Dice Alice
in modo sarcastico.
I ragazzi salutano il capo e mentre se ne vanno, si accorgono di un nuovo
problema: dove si trova la statuetta dell'aria!?
Il gruppo pensa ad una soluzione e nel frattempo Sharon osserva la statuetta: è
un uomo di rubino, che tra le sue mani stringe una fiamma e in testa ha
una magnifica corona.
- Ehi ragazzi!!! Con il computer portatile, sono riuscito a decifrare le
incisioni. Interviene Morgan.
- E cosa vogliono dire? Domanda Steve.
Morgan mostra lo schermo del pc ai ragazzi, che leggono la scritta:
Se la prossima statua
vuoi trovare
un'area ventosa dovrai scoprire...
I ragazzi non sanno dove potrebbe trovarsi la
statuetta ed allora Alice propone di tornare dal capo del villaggio a chiedere
informazioni. Il gruppo acconsente e ritorna al paesello.
Nelle vicinanze i ragazzi sentono strani rumori ed urla. Arriva un uomo del
posto dicendo:- Aiutateci, hanno attaccato il nostro villaggio!!!
- Chi è stato!? Domanda Sharon con tono preoccupato.
- I nostri peggiori nemici: gli Ksu!!! Ribatte l'uomo.
Il gruppo corre verso il paese, a parte Alice che vorrebbe stare lì, ma senza
via di uscita, li segue.
Giunti a destinazione, vedono che le case sono infuocate, bambini e donne
che urlano terrorizzati ed alcuni sono feriti e presi in ostaggio. Alice,
sconvolta, non riesce a trovare più il gruppo ed a un certo punto vede gli Ksu;
allora cerca di scappare, ma i nemici le sono troppo vicini, così decide di
difendersi con quello che ha: uno zaino; se lo sfila dalle spalle, lo afferra
tra le mani sudate ed inizia ad agitarlo, facendosi spazio tra gli assalitori,
che rimangono stupiti; allora la ragazza, non sapendo più che cosa fare e
avendo atterrato tre Ksu, corre in direzione della casa del capo e, trovandola
ancora intera, entra.
La casa è vuota, ma stanno per arrivare i nemici, ed Alice impaurita,
innanzitutto si chiude dentro, poi cerca disperatamente un oggetto per
difendersi e, varcando la soglia di una stanza abbastanza buia, trova
finalmente un pugnale, con attaccata una chiave d'oro. Lei lo prende, anche se
non sa a cosa fosse servita la chiave e cerca un luogo per nascondersi dai
nemici e nel caso l'avessero trovata, avrebbe usato il pugnale come arma
da difesa. Nel frattempo gli amici, cercano di spegnere il fuoco che invade le
capanne e all'improvviso Morgan esclama:- E' sparita Alice!!!
I ragazzi allora cominciano a cercare l'amica, ma non trovandola pensano che
gli Ksu l'abbiano rapita. Intanto Alice osserva meglio il coltello. La lama è
molto arrugginita e l'impugnatura è di vecchio legno tarlato. La chiave al
contrario è molto lucente e dorata, e ha una strana dentellatura. La finestra
principale si spalanca all'improvviso e la ragazza sente una voce : - È uno
strano portachiavi, vero?
Davanti ad Alice compare una sagoma. È un uomo di colore, ferito al
braccio e con vestiti stracciati.
- Chi sei? Chiede la ragazza sempre più impaurita e tremante.
- Veramente lo dovrei chiedere io a te, visto che sei nella mia casa. Risponde
il ragazzo che sembrava avere appena venti anni.
- Mi presento, mi chiamo Alice, e visto che tu non sei il capo del villaggio
presumo che tu sia suo figlio.
- Che intuizione!!! Risponde il futuro capo.
- E cosa ci fai qui!? Domanda Alice
- Mio padre, mi ha detto di cercare un
pugnale, per poi consegnarlo ad una certa Alice. La conosci!? Risponde il
giovane.
- Sono io, il pugnale, come vedi, l'ho già
preso perché mi devo difendere in qualche modo, comunque perché ti ha detto di
darlo proprio a me?
- Non lo so, ma ora devo andare. Dice il ragazzo che, con un cenno di saluto,
sparisce tra le vie fumanti del villaggio.
Alice rimane da sola in casa, quando sente un forte boato: la porta
dell'edificio viene distrutta dai nemici che, entrando, iniziano a mettere
a soqquadro le stanze, come se volessero trovare qualcosa; allora la ragazza,
impaurita, decide di fuggire dalla finestra, incontrando un po' di
difficoltà.
Intanto, i ragazzi la cercano e, finalmente, giunti davanti
all'abitazione del capo, la vedono, mentre scappa.
- Ehi Alice, siamo qui! Grida Tom.
La compagna si volta e vedendo il gruppo degli amici, gli va incontro felice.
- Ma dove eri!? Ci hai fatto preoccupare... Domanda Morgan.
- Dopo vi spiego,
adesso aiutiamo questo povero popolo! Ribatte Alice.
Il villaggio ormai è distrutto, ma le fiamme sono cessate. Fa molto caldo
e i nostri amici sono stanchi e un po' impauriti, ma felici che la battaglia
sia finita.
Tom propone di tornare alla casa del capo, per vedere in che condizione si
trova e arrivati, vedono che è intera, ma la porta principale è distrutta.
- Scusa Alice, ma il capo dov'è? Domanda Sharon.
- Non so di preciso, ma quando mi trovavo nella casa, suo figlio mi ha detto
che lo portava in salvo - risponde la scrittrice - Guardate che cosa ho trovato
dentro un cassetto.
E così dicendo, mostra il pugnale con la chiave d'oro ai ragazzi, che,
vedendolo, rimangono stupiti dalla sua bella foggia.
Steve chiede alla ragazza:- Ma a che cosa serve?
- Non lo so, il figlio del capo mi ha detto che ci sarebbe servito.
- Sì, ma ora il capo è scomparso e dobbiamo scoprirlo da soli. Conclude
Sharon.
- Propongo di cercare il luogo dove è nascosta la prossima
statuetta. Dice Tom.
Il gruppo allora si incammina verso una strada indicata da un uomo del posto.
Tutti pensano all'attacco degli Ksu, preoccupati per il popolo in pericolo e si
domandano dove possano essere il capo e suo figlio. Al margine del
sentiero la vegetazione è fitta ed impedisce di vedere al di là del bosco.
Gli amici si fermano davanti ad un ruscello per riposarsi e stanchi si
addormentano, dopo aver mangiato alcuni panini. Alice fa un brutto sogno e
sveglia racconta tutto agli amici. La ragazza ha sognato il capo del
villaggio e suo figlio, intrappolati nella grotta degli Ksu. I due erano
in ostaggio e gli Ksu li avevano messi in un piccolo scantinato buio e freddo.
Il gruppo è rapito dal racconto della ragazza e non la interrompe; alla
fine, Tom dice:- Alice, è soltanto un sogno e poi tu hai detto che il
figlio l'ha portato in salvo e quindi molto probabilmente non sono in pericolo.
- Ha ragione lui, stai tranquilla! Interviene Morgan, indicando il ragazzo.
Ad un certo punto l'agente John dice:- Ma scusate ragazzi, noi stiamo girando a
vuoto, non sappiamo dove si trova la statuetta e tanto meno dov' è un'area
ventosa.
- Questo è vero, ma un uomo del posto ci ha indicato una zona che stiamo
cercando da giorni, senza via d'uscita. Cosa facciamo!? Temo che ci siamo
persi. Rivela Sharon.
I ragazzi allora si guardano intorno e si trovano immersi in una foresta
sconosciuta.
Alice al vedere questa, esclama:- Sharon, per una volta, ha proprio ragione: ci
siamo persi!!!
- Ragazzi, ormai, visto che ci siamo persi, andiamo dove ci porta l'istinto.
Riferisce Steve, che si dirige verso un piccolo sentiero, circondato da alberi
molto grandi, arbusti e cespugli.
Dopo aver camminato per alcuni minuti, il gruppo intravede una piccola radura
dove i ragazzi si riposano per qualche minuto ricordando insieme gli eventi
passati.
Ad un certo punto Alice esclama: - Dove potrebbe essere l' area ventosa?
- Qua c' è qualcosa di strano! Se osserviamo tutti i punti dove abbiamo trovato
le statuette si forma un rettangolo e noi non abbiamo ancora visitato uno
di questi punti. Alice dice: - E' solo una coincidenza!
- Coincidenza o no è l' unico posto dove possiamo andare. Ribatte
Sharon. Dopo un po' di tempo arrivano nel punto segnato e trovano un'
area desertica devastata. Tom trova un piccolo cratere e accende
la torcia. Insieme al gruppo si cala nella fenditura e
cammina per un po'. Ad un certo punto trova la strada sbarrata da una
piccola frana e insieme al gruppo tenta di aprire la strada. Dopo un' ora
attraversano lo sbarramento e arrivano in una stanza con il soffitto
aperto in modo che il sole possa illuminarla e al suo interno c' è un
enorme ciclone che spazza via tutto quello che
incontra . Steve vede la statuetta: è al
centro della sala proprio nell' occhio del ciclone.
I ragazzi non sanno come fare per raggiungere la statuetta senza essere
spazzati via. Tom prova a raggiungere l'occhio del ciclone ma indietreggia
subito, spaventato. All'improvviso il tornado si ferma e dopo una ventina di
secondi ricomincia.
- Ho capito! Esclama Sharon.
- Il tornado ogni circa ventiquattro secondi si ferma ad intervalli e ricomincia
per poi rifermarsi subito dopo. Continua la ragazza.
- E' impossibile arrivare al centro della stanza in meno di ventiquattro
secondi... come facciamo!? Dice Steve disperato.
- Tutto è possibile se ci credi fino in fondo! Ribatte Stevenson con
ironia e così dicendo si precipita verso il centro, quando il tornado si ferma,
e in pochi secondi, dopo aver afferrato la statuetta, giunge di nuovo dagli
amici. La statuetta raffigura una donna con un piccola corona di petali posata
sul capo e un arco teso nelle due mani.
- E' un grosso diamante! Che meraviglia! Esclama Alice, che in passato aveva
studiato geologia all'università di Oxford.
- Chissà quanto varrà? Dice Sharon prendendo in mano
l'ultima statuetta.
- Ma ora che abbiamo tutte le statuette cosa facciamo? Chiede
Tom perplesso
- Ora mettila nello zaino, poi decideremo il da farsi.
I ragazzi si incamminano verso Città del Capo, quando il sole inizia a
tramontare e scende la sera. Giunti in un prato il gruppo decide di
accamparsi per la notte, quando Alice si accorge che lo zaino è illuminato.
- Cos'è questo strano bagliore che viene dallo zaino? Chiede la ragazza
- Si sarà accesa la torcia, spegnila. Esclama Sharon
Alice apre lo zaino, ma scopre che la luce proviene dalle statuette.
- Venite a vedere! Esclama mettendo gli oggetti sull'erba.
I ragazzi guardano esterrefatti lo strano fenomeno e si accorgono che la luce
si stava allargando sul prato formando una specie di mappa.
- Cosa sta succedendo, sembra uno strano disegno. Esclama Stevenson
- Prendi la macchina fotografica, Tom!
Il ragazzo prova a scattare una foto, ma si accorge che si vedono solo le
statuette sul prato.
Allora Alice prende un foglio e una penna, e inizia a ricopiare
l'ologramma.
- Non
capisco! Esclama perplessa Alice mentre guarda l'ologramma.
La figura rappresenta una specie di piramide e al suo vertice è appoggiato
quello che sembra un sole.
Nella parte più in basso c'è un numero 29262741.
Sotto ai numeri ci sono due lettere: S e E.
- Cosa significa? Chiede Morgan.
- E' un messaggio... per arrivare al tesoro. Dice John concentrato per trovare
la soluzione.
- Magari è un indirizzo. Dice Sharon.
- Non dire stupidaggini, se vuoi cercare un indirizzo con questi numeri fai
pure, vattene! Esclama Alice furiosa.
- Adesso basta!!! Ti ho sopportato abbastanza. Dice seccata Sharon.
La guida si lancia sulla scrittrice e tenta di strappargli i capelli, ma Alice
ribalta la situazione e adesso tocca a lei tirare i capelli a Sharon.
La scrittrice esclama: - Ti spedisco all' equatore, befana!!!
- Equatore? Sì, ma certo!!! Ci sono! Dice Tom.
Le ragazze smettono di combattere e guardano Tom.
Il ragazzo soddisfatto dice: - Sono coordinate e portano precisamente in
Lesotho.
- Ah! E che cos'è Lesotho? Domanda Alice.
- È uno stato all'interno dei confini sudafricani e più precisamente a 29° 30'
latitudine sud e 28° 30' longitudine est. Dice Tom esperto del territorio.
- Ragazzi il viaggio è lungo e dobbiamo muoverci se vogliamo raggiungere questo
"tesoro". Dice Morgan. I ragazzi si incamminano verso un villaggio
turistico, per noleggiare due fuoristrada.
La compagnia, così parte per il Lesotho, dividendosi nelle due autovetture.
Nella prima ci sono Tom, Alice e Morgan, mentre nell' altra ci sono Steve,
Sharon e John, che non si fidava ancora del ragazzo.
Il viaggio è molto lungo e Alice decide di scrivere ancora degli altri
appunti, così guarda nella sua borsa per prendere il block-notes e
trova un libro sulle leggende sudafricane.
Inizia a leggerlo, scoprendo che quelle statuette sono rappresentazioni di
quattro divinità e la leggenda dice che se riunite
doneranno un "tesoro" inestimabile.
Arrivati ad un punto di rifornimento i ragazzi si consultano sul da farsi.
- Probabilmente questo "tempio" sarà pieno di trappole come lo erano
gli altri. Dice Morgan preoccupato.
- Non c'è problema per le trappole... ci sono io con voi. Dice John sicuro di
se.
Le macchine ripartono e viaggiano tutta la notte dandosi il cambio ogni due ore
circa.
Ormai sta sorgendo il sole quando Tom e Steve che sono alla guida vedono il
posto di blocco con un cartello con su scritto Lesotho.
Poco tempo dopo ripartono e arrivati in un piccolo centro abitato si fermano in
un motel per passare la notte.
Durante la serata Alice chiede a John come faceva a conoscersi con Steve.
Lui gli spiega che una volta era il suo collega nelle missioni.
- Eravamo in Alaska e dovevamo fermare un pazzoide che voleva far esplodere una
bomba in un centro di estrazione del petrolio per poi far credere al
governo che gli artefici dell' attacco erano i russi. Non appena ho disattivato
la bomba mi sono voltato e c'erano cinque uomini armati e Steve mi puntava una
pistola alla fronte.
Mi ha rotto la radio e mi ha colpito alla fronte per poi lasciarmi in mezzo
alla neve.
Ho camminato per due settimane in mezzo ai ghiacciai per tornare al confine.
Racconta l' agente.
Steve si scusa e spiega che si è pentito e che ha tentato di lasciare l'agenzia
criminale per cui lavorava, ma al suo capo non gli è piaciuta la sua scelta e
lo ha spedito in Sudafrica a cercare questo tesoro altrimenti avrebbe ucciso la
sua famiglia:
- Steve ti perdono e ti prometto che ti tirerò fuori dai guai come ai vecchi
tempi. E così dicendo John stringe la mano a Steve.
- Ragazzi!!! Ho capito dov'è il tesoro!!! Urla Sharon appena arrivata nella stanza.
- E dove sarebbe? Domanda Tom.
- Sul Thabana Ntlenyana... la cima più alta dei Monti dei Draghi.
- Oh no!!! Odio le escursioni! Dicono simultaneamente Morgan e Alice.
I ragazzi si dirigono malvolentieri verso la
destinazione prescelta: il monte Thabana Ntlenyana, dove pensano che ci
possa essere il tesoro. Durante il viaggio abbastanza lungo i ragazzi si
guardano intorno e vengono incantati dal tramontare del sole, che cala
all'orizzonte colorando il cielo scuro della sera con un'arancione un pò opaco
e donando uno spettacolo che lascia a bocca aperta tutti i mebri del gruppo,
tranne Morgan, che era troppo occupato a lamentarsi con gli altri perché lo
facevano andare da un posto all'altro. Dopo un pò, quando il sole fa
capolino, l'oscurità avvolge i ragazzi in un silenzio quasi spaventoso, in
confronto al rumore della città in cui erano abituati a vivere. E'
solo il rumore della macchina a interrompere il silenzio, per il resto già
tutto dorme. Presto, quindi, anche i ragazzi fanno una pausa per riposare un
poco. Il mattino seguente, con il sole già levato alto in celo i
ragazzi si rimettono in viaggio. Presto salgono di altitudine, e il
venticello tipico della montagna scompiglia i capelli ai ragazzi.
- Qui ci sono molte montagne, come faremo a trovare quella giusta!!
Esclama Morgan, sempre più pessimista.
Subito Tom ribatte:- Quello là, ne sono sicuro, è il più alto e poi, noi
guide abbiamo un segreto che non possiamo rilevare, però ad arrivarci sarà un
po’ difficile!!
Allora i ragazzi si liberano della Jeep continuando a piedi, fino a
destinazione. Il percorso è abbastanza tortuoso, ma alla fine, con molta
fatica, giungono d'innanzi al monte, ma non hanno idea di come si possa entrare
nel tempio in cui pensano che sia nascosto il tesoro, ma poi, vedendo quattro
sigilli nel muro capiscono che servono le quattro statuette, allora le
piazzano al loro posto e la porta del tempio si apre e tutti insieme
esclamano:
- Inizia la caccia al tesoro!!!
Il gruppo cammina lungo un tunnel illuminato da torce collocate lungo le
pareti. L'atmosfera è umida e i ragazzi sono un po' tesi. Ad un certo punto la
porta che ormai era un puntino luminoso alle loro spalle, si chiude, facendo
voltare tutti di scatto.
- Non ne posso più! Grida Morgan furioso.
La voce rimbomba lungo la galleria e l'eco si ripete più volte, fino a che le
pareti iniziano a tremare violentemente; allora i ragazzi fanno cenno a Morgan
di tacere.
Tom sussurra:- Non parlate a voce alta, se non volete essere schiacciati.
- Le statuette!!! Esclama Alice, facendo tremare di nuovo la grotta.
- Shh! Comunque hai ragione, se le statuette sono fuori e la porta è chiusa,
vuol dire che qualcuno, oltre ad averle prese, ci ha rinchiusi dentro. Dice
Sharon bisbigliando.
John e Steve si mettono in testa al gruppo per localizzare le trappole e dopo
qualche minuto giungono a un'enorme sala dalla forma circolare con statue e
affreschi che rappresentano volti di animali e persone. Al centro della stanza
c'è una vasca di dimensioni medie che contiene acqua piovana.
Il gruppo scende una rampa di scale e arriva davanti alla conca. Tom allora,
dopo averla osservata rivela:- Ma scusate ragazzi, come è arrivata l'acqua
se qui è tutto chiuso!?
Nel frattempo che il gruppo cerca di spiegare il mistero, Alice scatta foto e
all'improvviso viene colpita da una goccia d'acqua; la scrittrice si guarda la
mano e poi in alto e si accorge che lì c'è una frattura.
Il gruppo, chiamato da lei, va a osservare la spaccatura, senza trovare
soluzioni.
La compagnia sente degli strani rumori provenienti dal tunnel e si nascondono
dietro a differenti statue e durante l'attesa Alice si ricorda della chiave e
del coltello che possedeva.
- Qui non c'è nessuno, possiamo procedere capo. Dice all'improvviso una voce
maschile, che inizia a far impaurire di più gli amici.
- Eccellente! Ottimo lavoro Robert, ormai abbiamo il tesoro in pugno. Esclama
una voce, sempre maschile, ma più possente e autoritaria che appartiene,
evidentemente, al capo.
Steve riconosce la voce del suo ex leader e osserva attentamente ogni suo
gesto da dietro la statua.
David è un uomo alto con le spalle larghe, capelli rasati, occhi scuri coperti
da un paio di occhiali, è armato fino ai denti come il suo piccolo esercito
composto da almeno dieci membri.
Porta al fianco un grande coltello e dietro la schiena ha un fucile a
canne mozze.
Steve esce allo scoperto tra lo stupore degli amici e dice:
- Ho trovato la sala capo, ma non trovo l'ingresso.
- Steve... credevo che ti fossi schiantato con l'elicottero, ma a quanto pare
hai preso le statuette e sei riuscito ad arrivare qui da solo... sorprendente!
Dice David.
- Stevenson è morto e poi ho rintracciato gli altri e ho tolto di mezzo anche
loro per poi trovare le altre statuette.
- Complimenti!!! Ma... non sei mai stato bravo a mentire. E così dicendo gli
spara ad una gamba.
- Uscite fuori!!! Urla il capo furioso.
I ragazzi
escono allo scoperto mentre John rimane nascosto.
Alice e Sharon soccorrono Steve estraendo il proiettile dalla gamba e
medicando come meglio possono la ferita. David ordina ai suoi soldati di
legarli tutti e di trascinarli dietro una statua.
Ad un certo punto si sente un rumore di passi lungo il corridoio di
ingresso.
Il capo ordina ai suoi mercenari di nascondersi e di prepararsi all'
attacco.
Un esercito di ksu entra nella sala, ma questa volta hanno dei fucili al
posto delle lance.
Al fianco di Lisù ci sono il capo del villaggio e il figlio con le
mani legate.
Il capo degli ksu parla nella sua lingua ai suoi soldati e poi grida al vecchio
capo colpendolo con potenza. David e suoi mercenari sparano agli
indigeni che non si fanno cogliere di sorpresa e rispondono al
fuoco nemico.
John raggiunge gli amici e li libera.
"Allora non era solo un sogno" pensa Alice ricordandosi
dell' incubo dove aveva visto il capo prigioniero degli ksu.
La scrittrice si precipita alla fontana dove trova quello che pensava: una
piccola serratura che corrisponde perfettamente alla chiave che aveva
trovato. Gira la chiave nella toppa e la caverna inizia a tremare.
David si accorge che la scrittrice ha trovato l'ingresso per arrivare al
tesoro; allora si precipita verso di lei, ma nel frattempo l'acqua della
fontana scompare, rivelando una rampa di scale molto profonda.
Alice velocemente scende la scalinata, scoprendo che il varco si sta
chiudendo.
Per un attimo crede di essere sola, quando all'improvviso David con un piccolo
balzo la raggiunge.
La porta ormai è chiusa definitivamente, Alice corre sempre più rapidamente, ma
il capo non le lascia tregua.
Intanto gli altri stanno combattendo contro i mercenari e gli ksu e quando Tom
si accorge che Alice è sparita, insieme al capo, inizia a preoccuparsi.
Tom frenetico comincia a cercare la ragazza, quando viene sorpreso da due
mercenari che gli bloccano la strada, ma per fortuna interviene Sharon tirando
ai nemici due frammenti di statua e facendoli cadere a terra. Grazie
all'aiuto della guida, Tom riesce a raggiungere la fontana, dove trova la penna
di Alice. Il ragazzo non sa che fare ed allora chiede aiuto a Stevenson, che è
impegnato a liberare il capo del villaggio e suo figlio.
Steve è ancora a terra dolorante, mentre Morgan prova a fermare
l'emorragia.
Nel frattempo Alice giunge in fondo alla rampa dove trova un'antica porta di
legno. Ormai il capo è alle sue costole e la ragazza, non sapendo cosa fare,
tira un calcio alla porta aprendola.
Entrata trova una gradinata con in cima un altare d'oro. David riesce a
prenderla facendola cadere a terra e rubandogli il vecchio pugnale.
- Tu non hai idea di cosa avevi in tasca. Dice il capo correndo su per la
gradinata.
- Fermati farabutto! Esclama la scrittrice rialzandosi e rincorrendo il nemico.
- Ora metterò il mio nome nella storia. Urla David inserendo il pugnale in una
fessura sull'altare.
A dispetto di quanto pensa David, l'altare non accenna
il minimo movimento, rimanendo fermo. Alice rimane stupita, ma preoccupata, ha
paura di non riuscire a trovare il tesoro. Intanto Tom, Stevenson e gli altri
cercano di eliminare i nemici, quando ad un tratto si sente un rumore di
elicotteri. All'improvviso il soffitto della sala crolla ed entrano alcuni
uomini calandosi con delle corde. Tra questi membri, John intravede due figure
famigliari: il suo capo e Gladies, la segretaria.
Gli agenti di Londra aiutano il nostro gruppo, che finalmente riesce ad intrappolare
i nemici. Il capo, Chuck, esclama:- Dov'è Alice!?
- Lì sotto "boss"! Risponde Tom ironico indicando la conca.
Nel frattempo Alice pensa a recuperare il pugnale, ma appena lo tocca, si
illumina provocando una luce intensa. Sull'altare compare una piccola maniglia,
che Alice solleva, rivelando una strana e vecchia botola. Alice, con un piccolo
salto, giunge sul fondo illuminato dal pugnale.
- Ma qual è il tesoro!? Dice tra sé Alice guardandosi intorno. Ad un certo
punto, sente alcuni colpi e, preoccupata, si guarda intorno sospettosa. Vede
che qualcuno l'ha raggiunta e spaventata gli punta contro il pugnale. La luce
però rivela che sono Tom e Sharon, che sono riusciti ad entrare perché un
masso ha colpito la conca, aprendola.
- Ah, siete voi! Esclama Alice sollevata.
- È meglio scappare, David si è rialzato e sta arrivando. - La avvisa Tom.
- Bravi, scappate, lasciate a me il tesoro! Dice il nemico che ha raggiunto il
gruppo.
Tom, Sharon e Alice si accorgono che sul muro sono incise altre scritte. Sharon
riesce a decifrarle e rivela a tutti il significato del mistero:-
Il tesoro è protetto da una grande maledizione, non tentare di aprire ciò
che vuoi scoprire. Se il tesoro hai salvato, non temere verrai ricompensato.
Dopo che Sharon legge
questa frase, la sala inizia a tremare violentemente e i ragazzi, per fortuna,
compreso David, riescono ad uscire.
- Finalmente abbiamo "vinto" e non ho alcuna intenzione di uccidere
il capo, a lui ci penserà la polizia. E così dicendo, Alice e gli amici,
insieme a Morgan e Steve, salgono su un elicottero in loro soccorso.
Durante il viaggio Steve chiede curioso:- Avete trovato il tesoro!?
- Sì, ma non l'abbiamo preso, ho riflettuto molto su questa esperienza e penso
che nessun tesoro, nemmeno il più prezioso, avrebbe potuto eguagliare
l'AMICIZIA che si è formata tra di noi.
Circa un mese dopo...
Alice, tornata a Londra, pubblica il suo libro intitolato "I Misteri del
Sudafrica" e con il suo successo, vince molti premi.
Stevenson è diventato il capo dell'agenzia, dopo che Chuck è andato in
pensione, mentre Tom e Sharon, dopo essersi sposati, hanno aperto un nuovo
safari in Sudafrica, nel quale lavorano anche Steve e Morgan.
Il capo del villaggio è morto di vecchiaia e suo figlio ha preso il suo posto,
ora gli ksu non gli daranno più fastidio.
Ogni anno, per il resto della sua vita, Alice torna in Sudafrica, ripercorrendo
il "lungo percorso" che hanno fatto precedentemente, in compagnia dei
suoi amici, più il figlio di Sharon e Tom: James.
Ed è così che i ragazzi terminarono la loro prima avventura, seguita dalla fama
di Alice.