Il Risorgimento
italiano
Dopo la Prima guerra d’indipendenza, il Regno di
Sardegna, mantenne lo Statuto e ciò permise al Piemonte di intensificare il suo
rinnovamento interno, diventando il punto di riferimento di molti patrioti
italiani e di avvicinarsi agli Stati europei più avanzati. Nel 1852 venne
nominato primo ministro Camillo Benso conte di Cavour, che diede impulso
all’economia piemontese e difese lo Statuto e i princìpi di libertà politica ed
economica, anche se contrario era a princìpi democratici, come il suffragio
universale. Lo statista mirava a un allargamento del Regno sabaudo verso
l’Italia settentrionale e cercò l’accordo con la Francia, firmando a Plombières
degli accordi per avere un alleato contro l’Impero asburgico. Ma la guerra,
provocata abilmente dal Piemonte, non portò gli allargamenti previsti, perché
Napoleone III si ritirò dal conflitto. Nel 1860 Toscana, Emilia e Romagna, che
si erano ribellate ai loro sovrani, votarono l’annessione al Piemonte. Nello
stesso anno venne organizzata la spedizione dei Mille, guidata da Giuseppe
Garibaldi, contro il Regno delle due Sicilie. Per timore che il generale
puntasse su Roma, Vittorio Emanuele II mosse incontro a Garibaldi. Nel
frattempo vennero organizzati dei plebisciti nelle Marche, in Umbria e negli ex
territori del Regno Borbonico, che sancirono l’annessione al Piemonte. Infine,
il 17 marzo 1861 venne proclamato il Regno d’Italia.
Interessante riflettere su quanto il Risorgimento
abbia influito sulla toponomastica a Pontremoli
.
Fonte: Carlo Enrico Rol,
Il libro di Storia, volume 3 A, il Capitello, 2008.
Lara, Fabio, Rachid 2a
B.