Stellino aveva appena lasciato il viale
dei tigli e stava percorrendo il lungo sentierino sterrato che portava al
bosco. Non l’aveva mai percorso perché un po’il bosco, con quegl’alberi con la
cima così alta che sembrava toccassero il cielo, gli faceva paura e perché non
aveva mai vissuto lontano dagli uomini e tutti gli animali del bosco non li
aveva mai visti e li aveva solo sentiti
da lontano lontano. Ad un certo punto, si fermò e prima di avviarsi nel bosco
sentì il suono triste di una campana, così non poté resistere e si girò
un’ultima volta a guardare la città che proprio in quel momento stava
accendendo tutte le sue luci. e pensava che era là che vivevano tutti quegli uomini che gli
avevano rovinato l’esistenza. Quelle
luci, quei rintocchi di campana fecero ricordare a Stellino il suo primo
incontro con il mondo degli uomini: era una giornata tiepida e sua madre decise
che era ora di uscire dalla baracca dove erano nati. Stellino si ricordò che la
luce del sole era fortissima e ne restò abbagliato, ma appena uscirono arrivarono un gruppo di
ragazzi che ad uno a uno portarono via i cuccioli. Pure Stellino fu portato
via. Ed è proprio uno di questi bambini
di nome Franco che diede il nome al cane: Stellino. Lo chiamò così perché era
tutto bianco con macchietta
nera, che sembrava una stellina. Stellino non sapeva che Franco purtroppo era
molto malato e stava rischiando la vita. Comunque quella sera Franco chiese
alla mamma se poteva tenerlo; lei gli
rispose di si, così bevve una bella scodella di latte e poi tutti e due
andarono a dormire. Un giorno Franco peggiorò e una mattina morì,così il papà e
la mamma di Franco dissero alla governante di abbandonare Stellino. Così dopo
il funerale lo abbandonarono, ma lui
riuscì a tornare a casa, così lo riabbandonarono. Lui non riuscì a ritrovare la
strada di casa così affamato si fermò
davanti a una rosticceria immaginandosi di mangiare il pollo e tante altre
prelibatezze, però venne scacciato via.
Incamminandosi vide un gruppo di ragazzi che giocavano a pallone che
appena lo videro lo soccorsero e lo fecero mangiare e gli costruirono una
specie di casetta e diventò la loro
mascotte. Un giorno Stellino si bisticciò con un altro cane e siccome era più
grande Stellino era tutto impolverato e sanguinolento i suoi amici
accorsero in suo aiuto, però arrivò il padre di Stellino che sconfisse l’altro
cane. Lui gli fece cenno di andare con lui, ma lui non accettò e restò con i
suoi amici.
Lorenzo Borrelli