Verso l'Unificazione 

 

 

Egli pensava piuttosto a un allargamento del Regno sabaudo verso il resto dell’Italia settentrionale, che apparteneva all’Austria. A questa scelta lo spingevano pure gli interessi economici piemontesi, legati soprattutto alla Lombardia. L’unione dell’intera penisola, invece, avrebbe posto numerose difficoltà, ma soprattutto avrebbe provocato la reazione di Napoleone III, che difendeva strenuamente lo Stato Pontificio. Al contrario la politica di Cavour fu tutta indirizzata a cercare l’appoggio della Francia per contrastare l’Austria.

 L’occasione favorevole per attuare questo progetto sembrò presentarsi con la Guerra di Crimea (1853-1856), nella quale Cavour fece in modo che il Regno di Sardegna intervenisse contro la Russia a fianco degli Ottomani e degli Anglo-francesi. Sperava così di poter riportare una vittoria sull’Austria, che secondo le sue previsioni avrebbe dovuto schierarsi a fianco della Russia. Ma l’Austria rimase neutrale e la partecipazione alla guerra non ebbe risultati pratici. Tuttavia alla Conferenza internazionale di pace di Parigi del 1856, Cavour poté far conoscere agli altri Paesi europei la questione nazionale italiana.

 Nell’estate del 1858 Cavour nel convegno di Plombières, strinse con Napoleone III un patto di alleanza contro l’Austria. In caso di vittoria si sarebbe costituito, sotto i Savoia, un regno dell’Alta Italia, comprendente il Lombardo-Veneto e l’Emilia. Nel resto d’Italia si sarebbero formati due regni affidati a principi francesi; da questi cambiamenti sarebbe però stato escluso il Lazio, che rimaneva al pontefice. Infine il Piemonte avrebbe ceduto alla Francia, come ricompensa, Nizza e la Savoia.

 

Fonti testo: C. E. Rol, Il libro di Storia 3A, Il Capitello, Torino 2008.

                  G. Solfaroli Camillocci, Io nella storia 2, SEI, Torino 2010.

Fonte immagine: C. E. Rol, Il libro di Storia 3A, Il Capitello, Torino 2008.

 

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