La Seconda guerra mondiale determinò l’affermazione di
due grandi potenze, gli Stati Uniti e l’URSS che erano
fondate su sistemi politici ed economici
diversi e che cominciarono a esercitare un autentico dominio mondiale al quale
non sfuggiva neppure l’ONU. Attorno agli Stati Uniti e l’URSS si formarono due
blocchi di Stati contrapposti, tra i quali si creò una situazione di tensione ed ostilità reciproca denominata “guerra fredda”, perché il
conflitto non esplodeva apertamente ma rimaneva congelato. Esso portò alla
creazione di due contrapposte alleanze militari, la NATO e il Patto di
Varsavia, e una corsa agli armamenti nucleari. Anche la situazione politica
italiana risentiva della guerra fredda ed era aggravata dalla disastrosa
situazione economica, dalle tensioni sociali e dai contrasti all’interno dei
governi, inizialmente formati dai patti antifascisti. La sinistra infatti era filosovietica, mentre la DC era appoggiata dai
cattolici e dalle forze moderate filoamericane. Dopo il referendum del 2 giugno 1946 si giunse alla
proclamazione della Repubblica e alla stesura di una Costituzione che garantiva libertà ed uguaglianza tra i cittadini. La supremazia dello
schieramento moderato emerse con particolare evidenza alle prime lezioni per il
parlamento repubblicano del 1948 che videro il trionfo della DC. Le scelte in
campo economico penalizzarono duramente operai e contadini, in
quanto la ricostruzione del Paese fu affidata esclusivamente alla
borghesia capitalista, che poté disporre degli aiuti del piano Marshall. Per frenare
lo scontento, il governo Alcide De Gasperi avviò la riforma
agraria e istituì la Cassa per il Mezzogiorno, ma i risultai furono modesti.
Fabio, seconda B.
Fonte: Carlo Enrico Rol, Il libro di Storia, volume
3B, Il Capitello, 2007.